Kiwanis Club Messina Centro

SABBIA PER ACQUA

TIPI DI POZZI E POTABILITA' DELL ‘ACQUA ATTINTA

di Giuseppe Giliberto, Chairman del service

Come sappiamo, la superficie della Terra è coperta per il 70% da uno strato di acqua, che ha uno spessore massimo di circa 11 Km. Eppure, nonostante questa enorme estensione di acqua, esistono grandi masse continentali in cui la carenza di acqua costituisce un vero e proprio problema, per la stessa sopravvivenza della specie umana che vi abita.

Per citare un caso, nell Africa Nera, e soprattutto nei paesi del Sahel, compresi fra il Sahara e la foresta del Golfo di Guinea, in soli 5 anni, la mancanza di acqua ha ucciso circa 200.000 persone, (una media di 40.000 l’anno), e ciò nonostante nel sottosuolo di questi paesi esistano falde acquifere che, purtroppo, per mancanza di capitali, non possono essere portate in superficie mediante la costruzione di pozzi e canali. Si comprende pertanto quanto sia importante la costruzione di queste opere per l’attingimento di acqua potabile, che costituisce la prima necessità in qualsiasi tipo di organizzatione sociale.

Il Kiwanis lntcrnational Distretto Italia non è rimasto insensibile a questa realtà ed ha quindi pensato di promuovere iniziative di servizio per aiutare a sconfiggere la sete in alcuni paesi africani. Con tale intendimento è nato il progetto SABBIA PER ACQUA voluto dal Governatore Francesco Mignòlo; un progetto che si propone di trasformare "metaforicamente" la sabbia in acqua mediante la raccolta di fondi fra i Soci kiwaniani per la costruzione di pozzi ed acquedotti in Africa.

A tale scopo è stata sottoscritta in data 29-9-2001 una dichiarazione di intenti cori 1’ "AMREF Italia" Onlus, fondazione che da anni si occupa della realizzazione di pozzi in Africa.

In forza di detta dichiarazione di intenti, il Kiwanis Distretto Italia si impegna a corrispondere all ‘Amref somme di denaro) da raccogliere nell’anno sociale in corso, per un importo minimo di 25.000 Euro. Da parte sua l ‘Amref garantisce che dette somme saranno destinate esclusivamente alla costruzione di pozzi ed acquedotti in quei luoghi dell’Africa che, in seguito ad indagini. saranno ritenuti maggiormente bisognosi. Sono stati già realizzati dall'Amref, con   i primi contributi del Kiwanis, cinque pozzi ed altrettanti sono in fase di realizzazione.

 

Trattasi di pozzi costruiti con il coinvolgimento attivo degli abitanti dei villaggi, che si impegnano a fornire mano d’opera e parte dei materiali, mentre Amref mette a disposizione, oltre alla supervisione dei suoi tecnici, la pompa per l’attingimento dell’acqua, il cemento e le altre spese necessarie a completate l’opera. Inoltre Amref dispone di un team di esperti che, con strumenti rilevatori d’acqua, individuano preventivamente il punto più favorevole della falda idrica e realizzano i test chimici necessari per stabilire se l' acqua è accettabile dal punto di vista potabile.

Dopo queste doverose premesse, si rammenta che una falda acquifera sotterranea può essere di due tipi: freatica o artesiana. La falda freatica è uno strato acquifero formato da acque penetrate nel terreno e sostenute dal primo strato impermeabile del terreno medesimo. Mentre la falda artesiana pur essendo uno strato acquifero  sotterraneo, è in pressione in quanto compresa fra due strati impermeabili del terreno. Pertanto i pozzi, secondo il tipo di falda dalla quale attingono, si distinguono in pozzi freatici e pozzi artesiani.

Fatta questa precisazione di natura idrogeologica, va detto che, dal punto di vista costruttivo, i pozzi possono essere di due specie: pozzi comuni o scavati e pozzi tubolari.

I pozzi comuni, così detti "scavati", possono avere un diametro da 1 a 5 in. ed una profondità che raggiunge in media i 10 metri. Hanno una capacità che, nel caso di attingimento variabile, li fa funzionare anche da serbatoio. Si eseguono, di solito, facendo prima uno scavo per una certa profondità e successivamente facendo affondare, uno sull ‘altro, anelli di calcestruzzo prefabbricati, mediante scavo del terreno dall’interno degli stessi anelli. Per facilitare l’autoaffondamnento l’anello inferiore è provveduto di un tagliente in ferro. Nella parte sottostante la parete è provveduta di fori attraverso i quali l'acqua entra nel pozzo con una velocità opportunamerìtc piccola in modo che il livello entro il pozzo, anche per un attingimento continuo, non superi 1-2 metri. Il pozzo viene protetto superiormente chiudendolo con una copertura allo scopo di impedire eventuali contaminazioni. Un altro tipo di pozzo comune, per la captazione di acque sotterranee è costituito da una cisterna, in muratura o in calcestruzzo, del diametro di almeno 3 m. e da un certo numero di tubi orizzontali metallici, a parete forata disposti a raggiera, che si protendono anche per qualche decina di metri entro la falda acquifera per- sboccare poi all'interno della cisterna. Ne risulta un’opera di presa, che complessivamente presenta un grande sviluppo superficiale, col vantaggio quindi di richiamare l’acqua con piccola velocità e piccola depressione.

 

Nel caso in cui ci siano da raggiungere profondità maggiori (fino a 10-15 m), si realizzano i cosiddetti pozzi tubolari, che hanno il vantaggio di essere più economici, pratici, ed eventualmente a struttura recuperabile. Sono costituiti da tubi di acciaio o ferro zincato di piccolo diametro (fino a 8 cm), infissi a percussione e provveduti inferiormente di una puntazza d’acciaio. Il tratto inferiore immerso nella falda, è cosparso di fori (del diametro da 3 a 5 mm) ed eventualmente protetto con una rete che fa da filtro all’ingresso dell’acqua.

Per diametri e profondità ancora maggiori (oltre i 15 m.) si impiegano i pozzi trivellati: cioè affondati con esecuzione del foro mediante sonda a percussione o a rotazione ed asportazione del materiale. E’ importante conservare i campioni degli strati attraversati in modo da poter rappresentare il loro profilo geologico ed esaminare la loro natura chimica, che, come vedremo, può influire notevolmente sulla potabilità dell’acqua prelevata.

Recentemente sono stati realizzati nel Sahara alcuni progetti per l’utilizzazione, a scopo irriguo, di laghi sotterranei di "acqua fossile" a circa 2000 metri di profondità. E’ stato così possibile sviluppare un sistema di irrigazione detto a "perno centrale", mediante il quale l’acqua viene estratta da un pozzo centrale e distribuita da una macchina ruotante che permette dì irrorare superfici circolari del diametro di oltre I Km.

Una volta realizzato il pozzo, l’obiettivo principale è quello di promuovere in questi paesi africani reali progetti di sviluppo, in modo tale che le comunità interessate siano in grado di provvedere autonomamente alla manutenzione del pozzo medesimo. E’ necessario pertanto organizzare corsi di educazione ambientale, che non si limitino a poche nozioni fondamentali di igiene, ma riguardino pure la coltivazione degli orti che nasceranno grazie al nuovo pozzo.

 

Abbiamo già detto che "acqua potabile" vuoi dire "vita"!

Si calcola che nel mondo esistono oltre1 miliardo e 100 milioni di persone costrette ad utilizzare acqua contaminata, che è causa di forme violente di  diarrea e dissenteria e della diffusione di germi e parassiti intestinali. Ormai è statisticatnente accertato che in Africa 4 decessi su 5 sono dovuti a malattie correlate all’acqua inquinata. Non basta quindi preoccuparsi soltanto di individuare la presenza di falde acquifere nel sottosuolo, occorre soprattutto, prima di passare alla realizzazione del pozzo, effettuare quei test chimici necessari per poter ritenere l’acqua da attingere accettabile dal punto di vista della potabilità.

 

Le scoperte fatte verso la metà del secolo scorso nel campo batteriologico hanno dato un profondo mutamento al sistema di approvvigionamento idrico. Siuo ad allora, infatti, ci si era accontentati di usare acqua che apparisse pura, cioè che si presentasse tale per i suoi caratteri esteriori: colore ~.- odore - sapore.

In effetti il tasso batterico dell'acqua non è funzione solo dell’aspetto dell’ acqua stessa; non è quindi escluso che un ‘acqua, apparentemente pura, contenga germi micidiali, come quelli del tifo.

Si è così potuto constatare come zone geografiche che annualmente annoveravano malattie infettive di carattere epidemico, siano riuscite a ridurre sensibilmente il numero dei colpiti dal morbo, mediante la depurazione di acque impure, che in precedenza venivano normalmente utilizzate. Da ciò si può dedurre quale importanza abbiano assunto, in tutto il mondo, i sistemi di depurazione delle acque: basti pensare che del problema si occupa un’ Associazione Internazionale dei Servizi di Approvvigionamento Idrico, sorta nell’immediato dopoguerra fra i Paesi membri dell’O.N.U., e della quale l'Italia fa parte sin dal 1958. E’ ormai prassi consolidata che i tecnici incaricati del progetto di captazione di acque sotterranee, devono innanzi tutto formarsi una chiara idea della potabilità di dette acque, rendendosi conto della loro provenienza e delle condizioni di rispettiva alimentazione. In tal senso bisogna effettuare osservazioni sistematiche per almeno 1 anno ed esaminare le vie attraverso le quali le acque destinate all'approvvigionamento idrico possono essere soggette ad inquinamento ed i possibili limiti di tolleranza.

A questo punto appare interessante vedere, anche sinteticamente, quali siano i CARATTERI fondamentali di un’acqua, perché si possa considerare potabile.

Poiché in natura l’acqua non sempre presenta tutti i caratteri nei limiti di accettabilità, é necessario, in caso di valori alterati, procedere alla loro correzione.

 

Metodi per la correzione dei caratteri organolettici:

sedimentazione - coagulazione - filtrazione

N.B. La scelta dell’uno o dell’altro metodo o di più metodi combinati, dipende dalle sostanze presenti nell ‘acqua.

 

Metodi per la correzione dei caratteri chimici:

1) Abbassare o innalzare il PH con additivi a base di bicarbonato di Na

2) Riduzione della durezza con reagenti chimici (ossido di Ca); o con zeoliti o permutiti.

 

Metodi per la correzione dei caratteri batteriologici:

Sterilizzazione (eliminazione della flora batterica) : avviene per coagulazione e filtrazione dei fiocchi biologici che si formano mediante reagenti; oppure mediante trattamento con i raggi U.V.

 

Ing. Giuseppe Giliberto