<<<<<        PROTESTE PER L'AUMENTO DELLE TARIFFE INTERNAZIONALI

 

L’amico Weber mi prega di comunicare a tutti quale il pensiero degli amici austriaci, tedeschi, svizzeri in merito alla richiesta di aumento delle quote sociali, senza parlare delle quote per riviste e periodici.

 Un abbraccio da Francesco Curci

 

 

KIWANIS-CLUB VILLACH

 

         Signor

Dietmar PLÖBST

 

Häuslhofstraße 670

5710 KAPRUN                                                                      Villach, 03.07.03

 

 

Oggetto:           AUMENTO DELLE TARIFFE INTERNAZIONALI

 

Egregio Governatore Dietmar,

 

per conto del Kiwanisclub Villach mi permetto di comunicarle che nel corso dell'ultima assemblea è stato deliberato all'unanimità di protestare contro l'aumento delle tariffe internazionali a $ 42,--, quindi di $ 15,--. Si invita pertanto il distretto, dopo essersi messo in contatto con tutti i membri, ad adottare misure adeguate per impedire che si arrivi a sovraccarichi dei singoli membri dovuti agli importi maggiorati.

 

In particolare, sarà da verificare in quale misura basta la votazione mediante consenso acustico (i rumori di fondo vengono valutati come votazione o come disorganizzazione?) e inoltre se è legale stabilire una maggioranza di 2/3 per la modifica dello statuto. Ciò significa che sarebbe da verificare la correttezza della votazione.

 

In particolare, sarà da verificare in quale misura sussiste una facoltà di KI non solo di accumulare importi ($ 13 mio.), ma anche di investirli in azioni rischiose (perdita del 40%, stato attuale di € 70 mio. secondo la comunicazione dell'amministratore fiduciario). In Austria una simile procedura porterebbe probabilmente ad un controllo penale (malversazione) e ad una responsabilità civile, in quanto si tratta di contributi di ogni singolo membro di KI International. Anche se sono necessari fondi di riserva, questi devono essere investiti in modo sicuro in modo da garantire un guadagno, senza accaparrarsi ed arrischiare questi mezzi.

 

Per il mio club non è assolutamente comprensibile per quale ragione il budget internazionale sia stato stimato ad un valore tale che con i pagamenti dei contributi vengono di fatto accumulati utili.

 

Attraverso la misura adottata ora, non vengono soltanto sotterrati gli sforzi dei singoli membri del club Kiwani in Austria per partecipare attivamente ai progetti, ma in particolare per i nuovi club si viene a determinare un sovraccarico sostanziale attualmente di € 14,-- all'anno per membro. In relazione al fatto che nella presidenza del distretto è già stato discussa la possibilità di aumentare le tariffe anche in Austria l'anno prossimo (costi maggiori), sicuramente si verificheranno situazioni di emergenza nelle argomentazioni.

 

Il Kiwaniclub Villach richiede pertanto alla presidenza del distretto dell'Austria di adottare tutte le misure adeguate affinché l'aumento di $ 15,-- a partire dal 01.10.2003 non debba essere pagato.

 

Cordiali saluti dal Kiwaniclub

 

P.S.: le ultime mail relative al possibile comportamento in fase di votazione da parte dei nostri delegati dimostrano in che misura probabilmente alcune persone sono già lontane dal 'Kiwani pensiero' e a questo proposito ritengo che la lettera ai lettori di Dieter Weber fosse troppo moderata. Mi chiedo come dovrò vendere l'aumento dei contributi dal 01.10.2003 in qualità di luogotenente governatore, soprattutto con i club di nuova fondazione in Carinzia.

come sopra

Indirizzo per la corrispondenza:

Clubbüro

10.-Oktober-Straße 8, 9500 Villach

Tel. 04242/25 5 74, Fax: DW 6 - E-mail: berger.law@aon.at

 

LETTERA AI LETTORI:      Dr. Dieter Weber KC Villach, Ex Governatore,                                                     Ex Presidente KIEF

 

 

KIWANIS QUO VADIS?

 

Oggetto: aumento dei contributi dei membri di KI da 27 a 42 dollari americani all'anno

              deficit durante le manifestazioni

 

A Indianapolis presso KI si sta compiendo un misto di tragedia e farsa - una specie di farsa shakespeariana, con il presidente come Re Leone e il tesoriere come Lady Macbeth. Tuttavia, la questione è molto seria. A volte qualcuno che ha intenzione di commettere un grosso errore cerca uno sciocco che lo faccia per lui, perché non sa farlo meglio - proprio come questo povero presidente che veramente non sa quello che fa. Non ha alcuna idea del reale mondo Kiwanis in cui si muove.

KI si era trasformata gradualmente dalla società caritatevole più produttiva a livello economico della Terra in una società di consumatori parassita che viveva di ciò che era sufficientemente potente da strappare concessioni ad altre parti del mondo.

 

L'"opinione pubblica" o lo "stato d'animo dei membri", anche quando lo scopo è buono, non risolverà mai un problema o porrà fine ad una situazione critica come quest'ultima. Ognuno deve tirare le redini del potere in modo da gestire e modificare il tutto in maniera consapevole. Sono fermamente deciso a fare proprio questo - non solo diffondere buone opinioni o buone informazioni, ma spostare la gente al centro del potere e in posizioni influenti, in modo da operare come necessario. Infatti, se una comunità ha una guida che agisce correttamente, i membri la seguiranno.

 

Il dare e il ricevere rappresentano una questione sensibile in una carica onorifica. L'attività volontaria e onoraria, questa molteplicità non pagata, comprende i settori d'impiego più diversi in istituzioni e strutture caritatevoli. Dipende da una solidarietà vissuta. Vive e sopravvive in gran parte del tempo dedicato gratuitamente da persone che la diffondono attraverso le loro idee e il loro impegno spesso altamente professionale. Il loro entusiasmo supera spesso quello di chi lavora con uno stipendio.

 

I membri onorari hanno spesso rapporti sia di superiorità che di subordinazione con i membri regolarmente assunti e pagati. Da questa costellazione e dalla comprensione non chiarita della professionalità emergono sempre superfici di attrito e focolari di conflitto.

 

Pertanto, i membri che rivestono sia posizioni retribuite che onorarie in questo campo di tensione dovrebbero riflettere, tra le altre, sulle seguenti domande:

 

-         da quale motivazione nasce l'impegno volontario?

-         Quali stimoli offre al posto del pagamento?

-         Come viene ripagata una carica onorifica?

-         In che modo è possibile bilanciare entusiasmo e organizzazione, volontariato e lavoro retribuito, qualità elevata a livello tecnico e umano con i pochi mezzi finanziari a disposizione?

-         Come si ottiene, nonostante tutto, chiarezza e impegno nei campi di competenza e di lavoro tra membri regolarmente assunti e chi riveste cariche onorarie?

-         Dove sta la responsabilità di coloro che causano i deficit nelle speculazioni sulle azioni o nelle manifestazioni???

 

Restare zitti e tollerare tutto non è un modo per risolvere i problemi e causa problemi ancora più gravi.

Pertanto, è nostro compito opporci a questo e invito la presidenza del distretto a proporre una soluzione alle domande summenzionate e a fornire una spiegazione ai membri di Kiwanis Austria da parte di chiunque! Fino ad allora, possiamo continuare a pagare a KI solo 27 dollari americani all'anno o dobbiamo pagare per gli errori dei funzionari di KI e KIEF?

 

Tanti saluti Kiwanis

Dr. Dieter Weber

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PRIMA  DIVISIONE

Il Segretario G. Lucchin

MEMORANDUM

MAGGIO 2001

1.      Rapporto mensile del mese di Aprile; deve essere spedito entro il 10 Maggio.

2.      Assicurarsi che i soci siano informati (con ogni mezzo) di tutti gli avvenimenti riguardanti il Kiwanis a livello di Club, Divisione, Distretto, Federazione Europea ed Internazionale.

3.      Verifica del versamento delle quote al Distretto e controllo del pagamento delle quote al Club da parte dei Soci.

4.      Organizzare la partecipazione del maggior numero di Soci alla Convention distrettuale.

      Avvenimenti a cui è importante    partecipare:

a)      Convention Distrettuale a Stresa del 22-23-24 Maggio (Programma su sito Kiwanis)

b)      Convention Europea a Ceski Crumlov Rep. Ceca del 30-31 maggio (Programma su sito Kiwanis)

c)      Convention Internazionale a Indianapolis-USA del 20-21-22-23-24 Giugno (Programma su sito Kiwanis

5.      Inviare al Chairman del Directory ed alla Segreteria di Distretto la composizione del nuovo Consiglio Direttivo, la foto del Presidente, l’elenco aggiornato dei Soci, il giorno, l’ora ed il luogo fissati per le riunioni.

6.      Verificare l’utilizzo dell’E-mail assegnata dal Distretto 

Visitare il sito Kiwanis: contiene notizie interessanti ed aggiornate utili all’attività del Club. 

 N.B. = I Club di MILANO AMBROSIANO – PARMA non hanno inviato i rapporti mensili di Ottobre,  Novembre, Dicembre e Gennaio e Febbraio e Marzo.

 

 

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Francesco Curci

 Lgt. Governatore Prima Divisione

Via Wiligelmo, 6

41041 CASINALBO di FORMIGINE (MODENA)

telef =+39 059510205 fax =+39 059514399 Mobil

Email = francurc@tin.it

 

-----Messaggio originale-----
Da: Giorgio Ferrari [mailto:giorgio.ferrari27@tin.it]
Inviato: domenica 23 marzo 2003 22.50
A: William Breviglieri; Mauro Giovetti; Maurizio Serra; Maurizio Asciano; Massimo Piccinini; Massimo Clo; Luciano Fava; Luca Giuriati; Francesco Giuriati; Francesco Curci; Fabrizio Magoni; Diego Ramponi; Daniela Rinaldi; Claudio Crasti; Andrea Belfiori; Alessandro Gorni; Adriana Barbieri
Oggetto:

PREGHIERA PER LA PACE

Per i prossimi 60 secondi, lascia ciò che stai facendo e approfitta di questa
opportunità per recitare una preghiera in nome della PACE, che tutti noi stiamo rischiando di perdere.

Tutto quello che devi dire è:
1. " Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in Cielo così in Terra, dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen".

2. Poi, inviala ad altri dieci persone.
Poco dopo, 10 persone avranno pregato Dio per la pace e poi cento e mille ed altre ancora.
Apprezza il potere di Dio nella tua vita e farai ciò che Lui desidera. Se non hai vergogna di fare questo, per favore inviala. Gesù disse "Se tu hai vergogna di me, io mi vergognerò di te davanti al Padre mio".

 

 

 

KIWANIS INTERNATIONAL

DISTRETTO ITALIA – SAN MARINO

Via Giovanni da Empoli 33 – 00154 Roma

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   PRIMA  DIVISIONE

Il Segretario

ARGOMENTI

 Il Segretario: uno, nessuno, centomila

 

Se è vero, come è vero, che il KIWANIS è una associazione di SERVIZIO, si può affermare che il ruolo del Segretario è un Servizio nel Servizio.

In effetti la sua attività è formata da innumerevoli occasioni che lo portano a confrontarsi con le persone e che lo rendono interlocutore privilegiato del Club.

Sono occasioni uniche ed irripetibili che possono diventare momenti di verità che testimoniano le finalità del KIWANIS e che presuppongono: consapevolezza della funzione e delle responsabilità, comportamento coerente con la missione ed il credo Kiwaniano, coinvolgimento ed impegno congiunti a profondo spirito di squadra.

Eppure, quando si comincia a parlare del ruolo del Segretario, inevitabilmente il focus si pone su “cosa deve saper fare”.

Si affronta, quindi, subito l’aspetto tecnico-pratico del ruolo, che dà alla figura del Segretario la connotazione di esecutore materiale di una mansione all’interno della gestione organizzativa del Club.

Il compito del Segretario viene così semplificato ad una azione burocratico-notarile che spende tempo e forze fisiche per rispettare ed applicare disposizioni, norme, scadenze, direttive distrettuali e divisionali.

Così impostato un discorso sulle funzioni e responsabilità del Segretario, dura si e no quattro minuti: tanto è il tempo necessario per consultare attentamente il manuale del Segretario sul sito Kiwanis. 

Il Manuale del Segretario contiene tutte le informazioni necessarie relativamente alle responsabilità, alle riunioni di Club, al Bollettino di Club, alle quote sociali, ai rapporti mensili, al passaggio delle consegne. Se, però, il discorso si focalizza su “che cosa deve saper essere” l’attenzione si sposta dal contenuto di tipo puramente “informativo” a quello, più complesso e completo, di tipo “comunicativo”.

Sotto questa luce l’argomento diventa più stimolante e parlare di funzioni e responsabilità del Segretario assume carattere di promozione delle persone, che è la spina dorsale del Kiwanis. È  in quest’ottica che la funzione del Segretario, intesa nel suo significato più pieno, e cioè svolta a beneficio degli altri, giustifica la sua essenzialità e priorità nell’ambito del Club.

Purtuttavia essa può essere interpretata in maniera diversa, a seconda delle situazioni, del temperamento e della personalità del Segretario.

Sulla base di quanto appena detto il Segretario può essere:

1.       UNO – Senza dubbio, dal punto di vista algebrico, ogni Club ne ha uno e non più. Esistono realtà che hanno il Past e l’Eletto, altre che hanno il Segretario Aggiunto, altre ancore hanno il Segretario Amministrativo ed il Segretario Organizzativo; ciononostante quello che conta è il Segretario in carica e solo lui. Se invece lo si considera dal punto di vista di numero ordinale, il Segretario non a torto deve essere considerato il Primo Socio del Club, il Numero Uno. Egli è il crocevia della comunicazione che parte e che arriva al Club. Se il Club è il corpo umano, il Segretario è il suo sistema nervoso.

2.       NESSUNO – Principalmente per due ragioni. La prima perché l’azione del Segretario è sobria, discreta, riservata, per certi versi oscura. Di essa si vedono gli effetti, ma non se ne percepiscono fino in fondo la costanza, la continuità d’impegno, lo sforzo, il sacrificio. La seconda perché può succedere che egli sia sottomesso all’eccessivo protagonismo dispotico del Presidente, il quale ne annulla l’effettivo valore e lo relega al ruolo meramente operativo-esecutivo.

3.       CENTOMILA – E’ l’immagine più vera, attuale. Il Segretario è investito di tutte le attività del Club. Non c’è nulla che accada, nulla che si progetti, nulla che si realizzi senza che lui venga direttamente coinvolto. I motivi dell’esistenza di questo Segretario Globale sono due: il primo dovuto al ristretto numero degli iscritti che, sommato all’inguaribile pigrizia e negligenza dei Soci, non permette la creazione di incarichi e commissioni specifici per le varie iniziative del Club. Il secondo risale dal fatto che colui che occupa la carica è un personaggio megalomane, invadente, accentratore, tenace e caparbio. Si considera indispensabile ed è sinceramente convinto che nessuno è capace come lui. Insegue, quindi, il potere pieno e totale; tutto ciò che viene deciso in sua assenza lo rende sospettoso e diffidente. Spende tutte le sue energie con generosità e s’immerge talmente nel ruolo di responsabilità che quando deve lasciarlo lo fa a malincuore e con risentimento.

 

L’idea di fondo emergente da quanto espresso, è che il ruolo del Segretario, ancorché condizionato da impedimenti di tipo relazionale, caratteriale ed ambientale, può esprimersi e realizzarsi con successo solo se colui che lo esercita, riesce a scoprire, nello svolgimento della funzione, l’incredibile molteplicità di stimoli ed opportunità che la realtà quotidiana gli offre

Certo si può dire che questi sono obiettivi difficilmente raggiungibili, fuori dalla portata di qualunque persona, soprattutto se si ha poco tempo a disposizione, a causa degli impegni professionali ( cosa questa che, in fondo, è più una scusa che un ostacolo insormontabile).

Certamente quello descritto è un modello ideale a cui tendere, una meta a cui avvicinarsi; ma con costanza e pazienza si possono ottenere ottimi risultati.

Peraltro è incontestabile che Segretario non si nasce, ma si diventa.

Ci vuole sforzo, fatica, impegno, ma alla fine tutti ce la possono fare. PROVARE PER CREDERE!

 

Giuseppe Lucchin

 

 

 

 

KIWANIS INTERNATIONAL

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 PRIMA  DIVISIONE

Il Segretario

ARGOMENTI

 Le riunioni non sono tutte uguali

 

Credo che tutti noi abbiamo partecipato, a vario titolo, a riunioni di diversa natura, aventi scopi diversi. Ma quante di queste riunioni ci hanno soddisfatto, mantenendosi all’interno dei tempi previsti, raggiungendo gli obiettivi prefissati e garantendo un soddisfacente clima di gruppo? A parer mio quasi nessuna o molto poche.

Numerosi sono gli ostacoli che impediscono il raggiungimento degli obiettivi; possono essere problemi interpersonali tra i membri del gruppo, conflitti riguardanti l’organizzazione, demotivazione diffusa tra le persone convocate o, più semplicemente, una cattiva gestione della riunione da parte del conduttore. In poche parole, i fattori che possono rendere l’incontro improduttivo sono maggiori di quelli che possono renderlo produttivo, efficace e utile. Di conseguenza i più considerano le riunioni non solo una perdita di tempo, ma motivo di peggioramento del clima sociale, percezione della loro esecrabile inutilità e, non ultimo, uno spreco economico inaccettabile. Durante il mio anno di Luogotenente, ricordo che fu istituita una commissione per ridisegnare le Divisioni del Distretto. La Commissione si riunì due volte a Roma senza produrre alcun risultato concreto se non due stringate relazioni. Le riunioni costano migliaia di euro al Distretto, e non solo ad esso. Tuttavia una loro ragion d’essere le riunioni ce l’hanno, basta conoscerne la dinamica ed avere una certa professionalità da parte del conduttore e dei partecipanti. Bisogna considerare che al di là delle apparenze, le riunioni non sono tutte uguali. Esse si differenziano per gli obiettivi, per lo stile di conduzione, per il grado di qualità dei partecipanti, per il clima che le caratterizza. Per quanto ci riguarda i principali tipi di riunioni sono: 1) il Consiglio Direttivo di Club, 2) l’Incontro Formativo o training, 3) gli Incontri Informativi o Conferenze, 4) il Consiglio Direttivo di Divisione.

Il Consiglio Direttivo di Club è la riunione pregnante dell’attività del Club e la sua peculiarità sta nel fatto di esaltare al massimo la creatività dei singoli e dell’intero gruppo. In effetti, il suo obiettivo è di produrre il più alto numero di alternative da utilizzare per la formazione di un programma o per la soluzione di un problema. Si tratta, in poche parole, di un incontro in cui massima è la stimolazione affinché le persone possano esprimere la propria creatività al livello più elevato. Per ottenere ciò, per prima cosa, è consigliabile che il numero dei partecipanti sia compreso tra sette e dodici. Le ragioni di questi limiti sono presto dette; se il numero è inferiore a sette, si rischia scarsa stimolazione dei membri nel produrre idee nuove ed innovative. Se il numero è superiore a dodici è molto probabile che la discussione diventi caotica pregiudicando il risultato della riunione. Inoltre, i componenti il Consiglio devono sentirsi liberi di esprimere le loro idee senza sudditanze gerarchiche per gli altri, con la massima libertà ed autonomia. Evidentemente la presenza di una persona gerarchicamente superiore, pregiudica questa libertà espressiva e, conseguentemente, il risultato della  riunione. Questo tipo di riunione ed il risultato che si propone, richiedono l’applicazione di due regole fondamentali. La prima è il rispetto delle idee di ognuno evitando commenti negativi per qualsiasi idea espressa.

La seconda è di lasciarsi coinvolgere dalla discussione e dalla girandola di idee che via via emergono e di sforzarsi di fornire il proprio contributo senza soggiacere ad inibizioni  interne personali. Se queste regole sono rispettate, il gruppo sarà in grado non solo di produrre programmi innovativi, ma anche dare soluzione ai problemi. Un ruolo importante ricopre il conduttore della riunione (nel nostro caso il Presidente del Club) il quale dovrà garantire il rispetto delle regole e contribuire affinché la discussione sia, nel frattempo, serena ed efficace.

L’Incontro Formativo, purtroppo poco diffuso, è probabilmente considerato il tipo di riunione più noiosa ed inutile. Le ragioni di tale inefficacia sono varie.

Spesso disinteresse ed indifferenza per gli argomenti trattati sono cause di rinuncia o, tutt’al più, di un tiepido interesse dei partecipanti. Altrettanto spesso lo stile del formatore ed il suo taglio accademico sono privi di vivacità e coinvolgimento. Ciò detto, c’è da credere che solo coloro che dimostrano disprezzo per il pericolo e resistenza ai confini del masochismo, partecipano ai “training”.  Bisogna dirlo, una buona volta, la formazione è una cosa troppo seria per lasciarla in balia a Soci superficiali e formatori impreparati. Con la formazione si tende a  perseguire tre obiettivi principali. Il primo riguarda l’arricchimento delle conoscenze presenti nei partecipanti; il secondo concerne il cambiamento negli atteggiamenti che la persona nutre nei confronti di determinati argomenti; il terzo, il più difficile, modificare l’impegno e le prestazioni sociali nell’ambito del Club. Un esempio può chiarire meglio il concetto. Supponiamo di voler fare un corso formativo per Soci destinati a ricoprire cariche nel Club. Il primo obiettivo sarà raggiunto qualora i partecipanti acquisiscano conoscenze di tipo normativo e comportamentale relative al ruolo da ricoprire (Presidente, Segretario, Tesoriere). Il secondo sarà acquisito, quando il Socio svilupperà un atteggiamento convinto e consapevole nei confronti del ruolo. Il terzo sarà raggiunto quando il Socio avrà migliorato il proprio modo di rapportarsi con il Club e utilizzerà le proprie capacita morali e professionali per sviluppare strategie efficienti ed innovative per promuovere l’immagine del Kiwanis. Si comprende, quindi, che il processo formativo è lungo e faticoso e necessita di incontri programmati sia nei contenuti che nei tempi; pertanto i confronti e le discussioni nel Club su argomenti kiwaniani, affrontati durante un incontro conviviale, non si possono considerare riunioni di carattere formativo. Se si vuole una formazione di qualità bisogna avere dei partecipanti di qualità. Ecco, dunque, che la partecipazione deve essere volontaria e non obbligatoria. Ed ancora, essendo la formazione un arricchimento, deve essere aperta ai Soci che la desiderano e che posseggono i requisiti culturali per apprezzarla. A fronte di questa visione “elitaria”, c’è la necessità di estendere la formazione a quei Soci che ne hanno maggiormente bisogno, con il rischio, per quanto sopra scritto, di avere un uditorio demotivato e disinteressato ed un risultato formativo nullo. Pertanto è necessario dosare sapientemente il numero dei Soci motivati e di quelli demotivati che parteciperà alla riunione formativa. L’ultima considerazione, ma non certo la meno importante, la scelta del formatore. Egli deve essere una persona preparata, cordiale e disponibile che instaura con i partecipanti un dialogo sempre aperto in un’ottica di servizio. Il suo stile di conduzione deve consentire il passaggio dalla presentazione di fatti ed informazioni al coinvolgimento mediante proiezioni di lucidi, filmati, esercitazioni pratiche, ecc.

L’Incontro Informativo,  o più comunemente detto “conferenza”, è parte dell’attività culturale dei Club ed è una riunione più composta e formale di quelle già viste. Lo scopo, qui, è quello di parlare alla mente e non al cuore delle persone. In genere vi è una persona che illustra all’uditorio, sperabilmente attento, gli aspetti di un certo argomento, che alla fine dovrebbero generare un dibattito. L’obiettivo è molto semplice: informare i partecipanti su un argomento più o meno complesso, sforzandosi di attirare l’attenzione e di mantenerla viva per tutta la durata della relazione. Per ottenere questo, il relatore deve aver cura di utilizzare un lessico né troppo gergale, per non perdere l’attenzione della maggior parte dei presenti, né troppo banale, perché rischia di non destare curiosità ed interesse. Se a ciò aggiungiamo un tipo di voce basso e monotono ed un eloquio rallentato l’effetto soporifero è assicurato. Qualcuno ha definito la relazione di tipo informativo come un volo aereo: le fase più delicata è l’atterraggio, cioè la fine del volo. Ed è proprio la condotta che il relatore adotterà nel finale che deciderà il successo o l’insuccesso della sua performance. Nel chiudere la relazione, il relatore deve riassumere i concetti cardine del suo intervento e sollecitare i partecipanti ad  intervenire aprendo il dibattito. Lo stile di conduzione di questa fase è molto delicato: se egli sarà risentito, aggressivo o remissivo perché beccato da domande od osservazioni imbarazzanti, avrà contribuito al fallimento della sua relazione. Se userà uno stile assertivo, riconoscendo le eventuali inesattezze e la liceità delle obiezioni avanzate, rischierà di ottenere l’apprezzamento e qualche applauso della platea.

Il Consiglio Direttivo di Divisione riassume le caratteristiche del tipo di riunione politica e negoziale in quanto sono presenti diverse leadership (i rappresentanti dei Club) ed un contenzioso (armonizzazione dei programmi in ambito divisionale) che le parti mirano a risolvere attraverso il consenso e l’accordo. Sicuramente è un tipo di riunione che richiede una gamma di abilità negoziali maggiore di quella richiesta in altri tipi di riunione. Lo scopo principale è quello di dirimere i contrasti, raggiungendo una soluzione gradita a tutti. Ciò significa che il dibattito deve svolgersi in modo tale da trasformare eventuali conflitti di natura interpersonale od organizzativa in confronti tra strategie, idee, metodi, ecc. In questo modo ognuno dei partecipanti avrà modo di cogliere appieno il punto di vista degli altri e di trovare quegli aspetti sui quali è possibile attuare un’iniziativa comune. A questo proposito è opportuno che tutti si attengano ad alcune fondamentali regole di comportamento. Ecco le principali:

·         Evitare affermazioni dogmatiche o sostenere in modo assolutistico un certo punto di vista

·         Verificare la conoscenza che l’altra parte ha del progetto in discussione e la forza che ha per difendere il suo punto di vista

·         Non concedere concessioni di qualsiasi tipo già all’inizio della discussione, onde evitare richieste a cui si è costretti a rispondere negativamente.

·         Individuare contraddizioni ed errori dell’altra parte onde utilizzarli a proprio vantaggio, ma con rispetto e prudenza e senza ridicolizzare la controparte.

·         Individuare tutte le idee e le opinioni sulle quali è possibile giungere ad un accordo, attraverso domande adeguate

·         Mai mettere l’altro contro il muro. Difendere il proprio punto di vista  e farlo prevalere è giusto, ma è altrettanto opportuno consentire all’altro un’uscita decorosa.

In definitiva chi partecipa a questo tipo di riunione, deve essere aperto al dialogo, pronto a recepire qualunque segnale che permetta di arrivare ad una conclusione consensuale e soddisfacente per tutti. Innegabile l’importanza dello stile di conduzione di chi presiede la riunione (normalmente il Luogotenente Governatore), che può essere riassunto così: contenere i forti, sostenere i deboli, raccogliere i dispersi.

In conclusione, come è facile capire, al cambiare dell’obiettivo da raggiungere cambiano i diversi comportamenti da tenere. E non sono affatto marginali. Al contrario, un atteggiamento non  idoneo può portare ad un esito fallimentare della riunione. Provate a pensare ad un corso di formazione gestito come un incontro informativo. C’è da rabbrividire. 

 

Giuseppe Lucchin

 

 

 

 

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Al Governatore del Distretto Italia

Dott. Ezio Barasolo

Al Segretario del Distretto Italia

Rag. Alain Barberi

Al Tesoriere del Distretto

Dott. Michele Scala

 E p.c.

 Ai Presidenti dei Club della Prima Divisione

Ai Segretari dei Club della Prima Divisione

Al Lgt. Governatore E. 2002-2003 della Prima Divisione

Avv. Marco Orefice

Al Segretario della Prima Divisione

Rag. Beppe Lucchin

Al Tesoriere della Prima Divisione

Geom. Biagio Di Prima

Al Kiar della Prima Divisione

Avv. Luca Curatti

 

Modena 15/01/03

 

Egregi Signori, rinnovo gli auguri per un buon proseguimento.

Dal precedente consiglio direttivo distrettuale di settembre  nulla è cambiato nella Prima Divisione.

Analisi della divisione: 12 clubs, con 293 soci divenuti ora 294.

Di questi clubs solo 4 superano il numero legale di iscritti, 3 si avvicinano per difetto e 5 hanno un numero di soci inferiore a quello prescritto.

Di questi clubs 3 sono molto attivi con conviviali e services, in regola con le nostre regole e rispettose degli impegni.

Altri 5 clubs sono attivi come i primi 3, ma sono chiusi nel loro ambiente, ed operano in modo egoistico, riservato verso i propri soci, gli inviti sono selezionati, riservati ed alcuni di rito. Il circondario non conosce la loro e nostra opera.

Nella divisione ho 2 clubs che in occasione di visite ufficiali in cerimonie particolari, non hanno eccelso come ai vecchi tempi ma esistono con progetti, soci e nuove adesioni, ma sono completamente assenti nell’organizzazione, nella comunicazione.

Di due clubs chiedo la sospensione e propongo nel contempo un tentativo estremo di riavviarli affidando la dirigenza a terzi soci. In pratica sono morti non esistono sul territorio e nella organizzazione.

Desidero ricordare in ordine alfabetico i services più significativi: Città di Tirano con il “Restauro della Chiesa del Sacro Cuore” e il Concorso “l’Apparizione della Beata Vergine Maria …” riservato agli alunni delle scuole delle provincie di Sondrio e Valposchiavo; Como con il “Premio Kiwanis 2002”; Cremona con la raccolta di cospicui fondi favore dei bambini; Bergamo Orobico con il “Premio We Build “;  Brescia Uno con la “Scuola in Kenia”, Monteverdi di Cremona con la fondazione del  “Nuovo Tribunale del malato”, i services distrettuali; Modena con un’offerta a Suor Lidia Golinelli, a favore dei bambini della Romania, con lo spettacolo interclub da organizzare con il club di Follonica, i services distrettuali.

La mia analisi è spietata non generosa verso il Governatore che si merita consensi, ma i clubs della Prima Divisione, di nome e di fatto non s’interessano del Distretto, ne delle regole, ne dei soci, ne dei clubs limitrofi.

Divenire presidente o segretario è un onore, ma nessuno vuol fare il braccio operativo e pretende che siano gli altri a lavorare.

Nessuno è a conoscenza dello statuto, della normativa, dei modi di comportamento verso le autorità, verso la collettività, pochissimi sono preparati a lavorare in gruppo per servire divertendosi.  

L’egoismo, la superficialità, l’impreparazione imperano, non vi è peggior sordo di chi non vuole sentire.

Assistiamo ad una lotta aperta tra candidati, club e tra officers. E’ una situazione poco edificante, per colpa d’alcuni ammalati di protagonismo, d’egoismo, Il Kiwanis soffre. Vi sono comportamenti, dichiarazioni, scritte e verbali, da parte di alcuni dirigenti o past-dirigenti del Distretto che sconcertano.

I clubs non organizzano conviviali interclubs, tra divisioni vi è scollegamento neanche rispondono agli auguri, non vi è organizzazione.

La difesa dei diritti dell’infanzia deve essere l’obiettivo principale ed una responsabilità per tutti i soci Kiwaniani invece gli obiettivi sono solo effimeri.

 

A nome della Prima Divisione chiedo di:

 

v      Regolarizzare la nostra posizione giuridica verso lo stato italiano.

v      Preparare i Presidenti dei Clubs, che restano in carica un solo anno, non sono adeguatamente formati sull’incarico che ricoprono.

v      Occorre prevedere situazioni di supporto in casi eccezionali per superare i periodi di crisi, onde permettere di meglio organizzare i clubs.

v      Le divisioni devono permettere per ora percorsi massimi di centocinquanta km. (tempo di percorrenza da un’ora ad un’ora e mezza di auto). Pertanto corrispondono agli ambiti regionali con un numero massimo di club tra i dieci e dodici clubs.

v      La divisione propone per il Premio We Build del Distretto il Dott. Giancarlo Pizza, dell’Ospedale Malpighi di Bologna  con la seguente motivazione: “Ricercatore dell’immunoterapia, di fama internazionale, ha scelto far scienza Italiana in una soffitta, pur di restare in Italia ed Italiano”

v      Per i soci, espansione e mantenimento, aggiornamento per nuovi clubs vale quanto sopra indicato.

v      Difendere la Libertà d’espressione degli esseri umani, l’eguaglianza nelle diversità di vita, la fraternità nella vita quotidiana, ascoltare, dialogare comprendere abbattere la lotta, il razzismo, l’egoismo. Un compito molto difficile ed improbo

v      Dobbiamo rispettarci.

 

Gli obiettivi che sono annunciati spesso si rilevano virtuali.

La nostra base non è preparata ed è svogliata per affrontare con fatti reali le problematiche.

Gli slogan non possono sostituire i pensieri, danno soltanto l’illusione di agire.

E’ proprio la globalizzazione che favorisce gli scambi, le diversità, gli incontri di culture, i progressi scientifici, le diversità ed il pluralismo.

I dirigenti si succedono, ma l’organizzazione stenta a decollare nello spazio temporale, brevissimo, di un solo anno, e non deve essere sostituita con l‘avvento di ogni Governatore. Gli sforzi di questo anno vanno sostenuti, continuati e soprattutto migliorati ed ampliati, lo pretendiamo dal Governatore Eletto e dal successivo, non ci devono essere nomine di onore ma di capacità e disponibilità.

La formazione dei trainer, dei training, dei soci sono stati in gran parte un fallimento, siamo lontani dagli obiettivi che ci eravamo fissati. Occorre operare all’interno dei clubs con tutti i soci se desideriamo formare dei dirigenti e portare dei nuovi. I training vecchia maniera non servono ed è una perdita di tempo e di denari.

Dobbiamo costruire una struttura che sia una garanzia di continuità, e d’affidabilità. Che aumenti il consenso pubblico e la base sociale.

La base è svogliata; vediamo sempre meno soci agli studi Kiwaniani, alle Convention, e conviviali, non parliamo d’invitati. Molti di noi rifiutano di portare alle nostre riunioni i propri amici o famigliari.

   

                                                                          Lt. Governatore 1° Divisione

                                                                                       Francesco Curci 

        

 

 

Curci Francesco

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