Sabato 15 Gennaio 2005
ore 19,00
Conviviale
di
Attualità ed Informazione

Per saperne di più…
“
Cronistoria di una catastrofe:
Sud
– Est Asiatico e Tsunami
26
Dicembre 2004 “
Relatori:
Prof. Calvino GASPARINI
Di
MACROSISMA
(Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia)
Prof. Avv.
Gianluigi MARRONE
Capo Ufficio Legale Camera dei Deputati
Sac. Dott. Stefano
MELONI
della CARITAS
VICARIATO di ROMA
**************
IL KIWANIS CLUB ROMA MICHELANGIOLO
ha il
piacere di invitarLa
con
Familiari ed Amici
alla
CONVIVIALE
di
Sabato 15 Gennaio 2005
Alle ore 19,00
Jolly Hotel Leonardo da Vinci - Via dei Gracchi, 324 in Roma
(tel. 06 328481 – fax 06 3240835)
Il
Presidente
Massimo
Minnicino
PROGRAMMA
Ore
19,00
- Incontro con Soci ed Ospiti
- Aperitivo
Ore 20,30 - Cena
Ore 22,00 - Intervento dei Relatori sul
Tema della serata
CONTRIBUTO PER LA SERATA EURO 45.00
R.S.V.P. Tel.: 06 6581739 - 340 1499061 - 3338070087
anche
segreteria e/o email :
k13505@email.it
( entro e non oltre lunedì 10 Gennaio )
Igor Man
L'arca senza Noè
DIO dove sei? è il terribile grido di Santa Caterina da Siena che in
corsa per raccogliere l’agonia d’un ennesimo sconosciuto inciampa
finendo nella melma. «Sono con te, nel fango», è la risposta. La stessa
che si avrà quel prete polacco che a Dachau grida «Dio dove sei?»
davanti al bimbo ebreo straziato dai reticolati. Ma se Dio è con te e
con te soffre e patisce - l’umiliazione, la sciagura, la morte - e
dunque è, al pari di chi lo interroga, non giustiziere bensì vittima, ha
senso consegnarsi allo tsunami pronunciando l’antica formula: «Sia fatta
la Tua volontà»? No, non ha senso: «Dio non c’entra», è la risposta. Due
volte drammatica poiché viene da un filosofo contemporaneo, un laico doc:
Gianni Vattimo. «Identificare Dio con la Natura imprevedibile e nemica è
una enorme bestemmia».
A furia di proclamare - pubblicazioni alla mano - che l’uomo, oggi, in
forza della sua sempre più vasta scienza-conoscenza, sa pressoché tutto
di questo nostro mondo, abbiam finito col crederci assolutamente padroni
di noi stessi, arbitri del nostro destino. Abbiamo finito col credere
d’essere la reincarnazione postmoderna d’un intangibile Prometeo in
grado, addirittura, di distruggere il pianeta che ci ospita, così
dimenticando (o rimuovendo l’idea molesta) che il pianeta, la Terra
dico, è parimenti in grado di distruggerci insieme con le impudenti
nostre torri che pretendono il cielo.
La carneficina dell’Oceano Indiano ha sparigliato le carte della nostra
miserabile partita gonfia di presunzione: crudele, questa Apocalisse
neobiblica svela la nostra fragilità di fronte alla Natura. Breve: lo
tsunami che se la batte con Pompei ci dice puramente e semplicemente che
l’homo faber atomico del Tremila è minacciato dagli identici disastri
che afflissero i nostri avi. Il fatto di indossare panni sartoriali, di
far picnic sulla Luna, di combattere l’aids non ci libera da quella
dittatura implacabile ch’è la Natura. La chiamiamo Madre, Madre Natura,
per esorcizzarne i funesti capricci. Non per amore ma per paura, solo
per paura. Dio non c’entra con Sumatra, ma il Diluvio universale? Quando
s’annunciò «necessario», Dio prese le distanze dalla Natura mettendo in
guardia Noè e questi, su divino suggerimento, costruì l’Arca; placatasi
l’onda anomala, la vita rifiorì sulla Terra, giusta la misericordia di
Dio. Ma era un altro tempo, ahi quanto diverso dall’attuale, quello. Dio
comunicava con Noè e questo perché parlavano lo stesso linguaggio: si
intendevano. Oggi non ci è dato di comunicare con Dio perché non
sappiamo come si fa per ascoltarlo. E i libri, da soli, non aiutano.
Nella sua infinita misericordia, Dio ci ha suggerito, non poche volte,
di costruire l’Arca, vale a dire ci ha indicato come salvarci. Anche
stavolta un’Arca c’era, non di legno di pino e bitume ma in forma di
panfilo vanitoso, moltiplicato nella rada detta «il paradiso dei
ragiunatt». Ma non c’era Noè nell’arca postmoderna e gli uomini son
rimasti soli. «Mamma qui maremot e tut son mort»: questo il «messaggino»
di Giuseppe Cannavale, 27 anni, di Aversa, alla sua mamma. «Signore,
insegnaci a pregare», invoca Matteo (Mt 11-1). Magari in «sms»: affinché
la (beata) speranza non muoia.
( LA STAMPA
)

Placche tettoniche
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