La nascita della Clown Medicine la si può fare risalire alla
fine degli anni '60, quando un giovane studente di medicina, Hunter D.
Adams detto "Patch", decise di praticare la medicina con i suoi modi
rivoluzionari; e fu così che iniziò a frequentare le cliniche
ospedaliere, con il suo abbigliamento stravagante ed i modi buffi,
sostenuto dal principio secondo cui "la salute si basa sulla
felicità". Da allora è stato un continuo succedersi di eventi che
hanno reso il suo modo di intendere la medicina famoso in tutto il
mondo, tanto da essere adottato in molti Paesi.
La Clown Medicine arriva al Policlinico Universitario "G.
Martino" di Messina in maggio del 2002, quando viene organizzato il
I laboratorio pratico di Clown Medicine dalla sede locale del
S.I.S.M. (Segretariato Italiano Studenti di Medicina), un corso che ha
visto 30 partecipanti tra studenti di medicina, medici specialisti,
specializzandi e personale ospedaliero (infermiere, assistenti
sociali, etc.). L'interesse suscitato da questa esperienza, fatta alla
guida di figure qualificate nel loro settore professionale (una
psicologa, un mimo-clown, un mago-prestigiatore, un attore
umoristico), ha portato nei mesi successivi alla costituzione di un
gruppo, chiamato "L'isola che… c'è!"(legato all'associazione
S.I.S.M. di Messina), e composto da circa 20 studenti di medicina e
giovani medici, che frequenta le corsie dei reparti di Pediatria del
Policlinico, proponendo attività ricreative ispirate al modello dei
Clown.
I ragazzi si recano settimanalmente nei reparti pediatrici indossando
un camice colorato per essere sì distinti come "personale ospedaliero"
ma cercando, anche, di far cadere la vecchia maschera seriosa del
medico e suscitare così tanta allegria da parte dei piccoli ospiti.
L'abbigliamento prevede inoltre l'utilizzo di vari complementi come
abiti stravaganti, parrucche, occhialoni, cappellini e, naturalmente,
il "nasone" rosso di spugna o gomma. Le tecniche di approccio al
bambino sono svariate e tengono conto di elementi diversi, quali
l'età, la patologia e quindi la condizione fisica, lo stato emotivo ed
altro che orientano il clown all'adozione della strategia più idonea.
Tutto questo è ovviamente in accordo al personaggio creato dai singoli
componenti del gruppo, personaggio che rappresenta solitamente una
caricatura della propria persona; un buon senso di autocritica, unito
a buone doti di comunicatività, spontaneità ed improvvisazione, sono
infatti caratteristiche fondamentali e necessarie per affrontare
questo tipo di attività. Da non tralasciare, ovviamente, il principio
fondamentale su cui si ispira questo gruppo: l'altruismo.
Tra le varie distrazioni offerte ai bambini vi sono: bolle di sapone,
piccoli sketch, lettura o rappresentazione di favole, palloncini
modellati, canzoni, disegni e tutto ciò che giunge come richiesta dei
bambini o che viene fuori dall'inesauribile scorta di fantasia dei
clown-medici; a tutte queste attività partecipano non solamente i
bambini ricoverati ma anche i genitori, i parenti, gli amici, tutti
uniti con un unico scopo: far dimenticare, anche se per pochi attimi,
il motivo del ricovero o il luogo in cui si trovano, per lasciare il
posto a sentimenti di gioia e spensieratezza.
Tutte le attività si svolgono generalmente nelle camere, dove i
bambini si trovano per gran parte della giornata, ma non esiste nulla
di stabilito prima dell'ingresso in un reparto; infatti basta che un
solo bambino "avvisti" un clown per ritrovarsi a cantare e ballare
nell'atrio o nei corridoi.
Quando un malato entra in ospedale è soggetto ad ansia, depressione,
solitudine e soprattutto i bambini risentono dell'allontanamento dalla
famiglia e dalla propria casa. L'intervento si prefigge appunto di
rendere il ricovero ospedaliero meno traumatico possibile donando
anche ai ragazzi dell'Isola un'esperienza molto intensa e
soddisfacente.
Fisiologicamente lo humour costituisce il fondamento di una
buona salute mentale e fisica. E' interessante sapere che il
divertimento e la risposta che esso provoca, il "ridere", hanno
straordinari effetti sull'organismo umano; le ricerche confermano che
ridere incrementa la secrezione di catecolamine ed endorfine, sostanze
prodotte in modo naturale dall'uomo che aumentano il benessere fisico.
Di contro, diminuisce la secrezione di cortisolo ed abbassa il tasso
di sedimentazione, stimolando così le risposte immunitarie. Si riduce
l'aria residua polmonare ed incrementa l'ossigenazione ematica;
inizialmente la frequenza cardiaca è più rapida e la pressione
arteriosa aumenta, poi le arterie si rilassano causando la riduzione
della frequenza e della pressione. Il riso ha effetti rilassanti
sull'apparato muscolo-scheletrico: studi di fisiologia hanno
dimostrato che ansia e rilassamento muscolare non possono coesistere,
mentre la risposta del rilassamento dopo una "risata di cuore" può
durare fino a 45 minuti.
Dalla costituzione del gruppo L'isola che…c'è!, si è assistito
ad un crescente interesse non solo da parte del personale ospedaliero,
che oltre ad accettarne la presenza si integra perfettamente
partecipando all'attività di gruppo, ma anche da parte della struttura
universitaria che guarda alla Clown Medicine non più come una
"semplice" azione di volontariato, non solo come un'attività
ludico-ricreativa, ma come una delle possibili opzioni per gli
studenti di medicina di svolgere parte del loro iter formativo.
Infatti, una delle proposte consiste proprio nel rendere la Clown
Medicine "ufficiale", con seminari, corsi monografici e,
soprattutto, con tirocini all'interno dei reparti di degenza.
Questo modo alternativo di svolgere la formazione medica potrebbe
dare, soprattutto agli studenti dei primi anni del corso di laurea in
Medicina e Chirurgia, una grande opportunità per iniziare a
frequentare i reparti di degenza con relativo anticipo rispetto ai
normali tempi didattici. Inoltre verrebbe data allo studente la
possibilità di confrontarsi non soltanto con il malato ma anche con le
diverse patologie: la semplice curiosità per la conoscenza di una
determinata malattia, ed i meccanismi in essa coinvolti,
stimolerebbero così gli studenti ad un tipo di studio più concreto e
determinato; alimenterebbe quella voglia di sapere e di "fare"
motivando, considerevolmente, al miglioramento del profitto, il tutto
con grande rispetto per il paziente e trovando la gioia del "servire",
caratteristica indispensabile per un medico.
L'esperienza dei ragazzi dell'Isola, e la Clown Medicine
in generale, potrebbe servire da modello per uno stile di vita
professionale fondato su un rapporto medico-paziente "meno formale",
ma caratterizzato da quel buonumore che ognuno perde quando si trova
in un ospedale, apportando così al paziente una migliore risposta alla
terapia ed una più facile e veloce ripresa dalla malattia. Il fine non
è certo far pensare ai degenti che "non è poi così male stare in
ospedale", ma semplicemente non farne pesare il soggiorno; e se
qualcuno dovesse arrivare a pensarlo…!
È straordinario vedere bambini correre, scatenarsi, per il reparto
come in un parco giochi; ed è soddisfacente vedere i loro genitori
felici per quegli attimi di spensieratezza donati ai propri figli. Ed
è per questo motivo che bisogna coinvolgere quanta più gente
possibile, in modo da garantire la presenza di tale tipo attività per
il maggior tempo possibile. È necessario che non solo medici e futuri
medici ma tutto il personale ospedaliero si avvicini alla professione
sanitaria in modo felice, ed anche che tutti coloro i quali, qualunque
professione essi svolgano, dotati di una buona dose di altruismo,
decidano di trascorrere una parte del loro tempo in compagnia dei
malati ospedalizzati.
"Quelli signori là mi hanno fatto ridere un sacco!"
Salvatore Genovese