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IL SERVICE
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"bonum
diffusivum sui"
(Thomas de Aquino,
Contra Gentiles)
il bene
si diffonde da solo
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Service pluriennale del Distretto: Progetto
"Una scuola per tutti"
da
Padre Martino, Notizie sui lavori relativi al service
Buongiorno a tutti,
vi mando alcune notizie riguardanti il proseguo dei
lavori.
Domenica sono passato da Gagny e Km 08, andando in un
villaggio per celebrare la messa.
A Gagny stavano colando l’ultima trave della
costruzione. Siamo riusciti a risolvere i vari problemi
dovuti al dislivello.
Nelle foto potrete vedere la costruzione. Ora gli
abitanti del villaggio dovranno riempire di terra le
varie fondazioni. Per metter loro un po’ di fretta ho
detto che se non riescono riempire prima della fine
delle piogge dovremo aspettare l’anno prossimo per
terminare.
Sono poi passato a Km 08. Li stiamo realizzando i vari
mattoni. Avevamo detto che avremmo inviato il cemento
quando tutto il materiale era stato raccolto, ma l’altro
padre stava inviando un camion di cemento in un altro
villaggio e a causa del fango originato dalle piogge, il
camion è dovuto ritornare a scaricare il cemento nel
villaggio per non restare alcuni giorni (per aspettare
che asciugasse) sulla strada. Ma ho detto loro di
raccogliere la ghiaia. Appena l’avranno raccolta
manderemo il materiale per iniziare la costruzione.
Djoropoadji (dove costruiremo l’anno prossimo) ha già
pulito il terreno e il capomastro ha già indicato dove
raccogliere la sabbia e la ghiaia.
Domani ho un incontro con il provveditore per
determinare la zona dove costruire il plesso qui in
città.
Sono in attesa delle notizie da Campement Edmond… e così
abbiamo già pronti gli interventi per l’anno prossimo.
Grazie di nuovo di tutto il vostro impegno.
Vi trasmetto anche il loro grazie…
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Lettera di
Padre Martino sui lavori relativi al service
Sabato 4 agosto 2007
Buongiorno a tutti,
sono finalmente ritornato a San Pedro dopo il mio
servizio in Italia.
Volevo prima di tutto ringraziarvi dell’accoglienza alla
convention di San Marino.
Giovedì scorso sono partito per un giro nei villaggi per
visitare, con l’impresario (che più che impresario è un
membro attivo della comunità cristiana con il quale c’è
un rapporto che va oltre il lavoro), i vari cantieri.
Ho così ritrovato anche la pista, dopo gli asfalti lisci
dell’Italia. Cinque ora di macchina per fare duecento
chilometri. Ma per fortuna si può ancora passare.
Il primo che abbiamo visto è Doba. Le due strutture,
come vedete dalle foto allegate, sono finite. Sono state
finite in tempi diciamo “record”: un mese e una
settimana. La gente del villaggio aveva già raccolto
tutto il necessario e i muratori, che avevano già anche
l’esperienza della costruzione della scuola di Diapadji
(il prototipo), hanno lavorato alacremente. Ora la gente
del villaggio sta riempiendo le fondazioni con la terra.
Le piogge di questo tempo faranno si che questa terra si
assesti e sia possibile costruire, dopo aver messo il
tetto, il pavimento.
Dopo un periodo di riposo i muratori hanno iniziato il
cantiere di Gagny. Sono lì da una decina di giorni. In
questo villaggio è stato necessario superare i problemi
di dislivello del terreno. Prima di ritornare in Italia
avevamo visto le possibili soluzioni. Hanno così
realizzato uno stabile a tre livelli diversi e uno allo
stesso livello. Ora, anche se i muri non sono finiti, la
gente, oltre a raccogliere sabbia e ghiaia, comincerà il
riempimento delle fondazioni. Qui sarà un bel lavoro
perché i dislivelli hanno fatto si che la massa di terra
necessaria è grande. Ma la gente lo sapeva e questo tipo
di lavoro per loro non crea nessun problema.
Qui la gente scherzando, ma non troppo, ha fatto diverse
richieste… ma ho utilizzato un proverbio per rispondere,
mantenendo lo stesso tono scherzoso. Il proverbio dice:
ti ho dato la stuoia per dormire, vuoi forse prendere
anche la moglie? Abbiamo fatto tutti una risata.
Sono poi passato a Km 08 dove abbiamo visto i mucchi di
sabbia. Abbiamo dato loro le istruzioni sulle necessità
di materiale. Hanno il problema della ghiaia, che non è
facile trovare nel villaggio. Ci hanno però detto che si
possono trovare dei sassi grossi come un pugno.
Raccoglieranno questi e poi la gente, con dei martelli
che forniremo, ridurranno questi sassi a dimensioni
utili per colare il cemento. Hanno detto che non c’è
problema a trovare gente per questo lavoro. Speriamo di
non dover soccorrere troppe dita!!!! È una soluzione che
ho già visto applicare in altri posti. Incerte zone c’è
anche gente che guadagna la vita con questo lavoro.
Ecco un po’ il resoconto della mia visita.
Passerò ancora nei villaggi il 9 agosto. Ho una riunione
con i catechisti del settore di Diapadji e passando
visiterò di nuovo Gagny e Km 08. In ogni caso
l’impresario, a cui presto una moto, visiterà i cantieri
prima.
La squadra dei muratori è ormai affiatata e penso che
siano anche affidabili. Ho regalato loro uno strumento
di lavoro (una bolla) alla fine del cantiere di Doba.
Diventa anche un modo di poter entrare in una relazione
che va oltre il lavoro.
Sto aspettando la conferma della banca dell’arrivo del
vostro ultimo invio di 10000 euro. Arriverà giusto per
iniziare il cantiere a Km 08.
Un grazie da parte mia e da parte della gente che vede
concretamente il vostro sforzo per dare loro un
avvenire, e li invita a fare altrettanto impegnandosi
per quanto gli abbiamo chiesto come partecipazione.
A risentirci al resoconto della prossima visita.
P. Martino
Doba 1 2 3: sono le foto del complesso già costruito nel
villaggio di Doba. I mucchi di sabbia e ghiaia della
foto precedentemente pubblicata sono diventati queste
due strutture.
Gagny 1: la distesa di mattoni già confezionati pronti
per essere usati. È il primo lavoro che si effettua.
Sullo sfondo la vecchia scuola (che è strapiena) e il
cantiere.
Gagny 2: la veduta dell’insieme del cantiere. Abbiamo
dovuto superare dei problemi di dislivello. Ora si
vedono le fondamenta e le prime parti dei muri. La gente
ora deve riempire di terra la fondazione.
Gagny 3: la soluzione delle tre classi a diversi livelli
per superare il dislivello del terreno. Sullo sfondo le
vecchie classi. Ogni classe è occupata da 60-70 bambini.
Con la nuova costruzione altri potranno andare a scuola.
1 e 2: il villaggio sta già raccogliendo la sabbia. Per
la ghiaia ci sono dei problemi: probabilmente dovremo
trovare dei sassi che poi saranno ridotti a ghiaia dalla
gente con i martelli. È una soluzione già adottata in
molte zone.
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8 giugno 2007
Padre
Martino, alla Convention, relaziona sull'andamento dei lavori
relativi al Progetto "Una scuola per tutti"
Alcune foto
Una classe delle scuole
benevoli attuali e che saranno sostituite con le nuove
costruzioni
Il “plesso scolastico” di
Campement Edmond. Sono quattro classi in terra. L’ultima è
quella che si intravede sulla destra e che ha come pareti una
plastica azzurra.
La struttura pilota costruita
a Djapadji. Essa ci ha permesso di mettere a punto l’intervento
e poter realizzare la struttura di sei classi da completare
Un’altra veduta della struttura
costruita a Djapadji
I mucchi di sabbia e ghiaia
raccolti dagli abitanti del villaggio di Doba, dove è in corso
la costruzione del primo complesso del progetto una scuola per
tutti
La zona del villaggio di Doba
dove si sta costruendo. Il paesaggio è sicuramente cambiato
La classe della scuola del
villaggio Chilometro 08; anche qui quest’anno realizzeremo la
struttura.
Dei ragazzi davanti alla classe
del villaggio di Brahimakro: qui le strutture saranno realizzate
nel 2009.
L'insegnamento in una classe
del villaggio di Djoropoadji, dove la gente sta già preparando
il luogo (disboscare, pulire dalla erbe, livellare) per
costruire la struttura l’anno prossimo.
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dalla Relazione
programmatica del Governatore
...La riflessione dei mesi scorsi che mi ha
visto confrontarmi con quasi tutte le Divisioni su una
serie di temi e problemi altrettanto fondanti per il
nostro sodalizio è stata anche una riflessione sui nostri
fini, sul nostro interesse prioritario per il mondo
dell’infanzia (serving the children of the world)
ed in particolare sul diritto alla formazione dei bambini.
Questa riflessione generalizzata ha portato ad individuare
il service voluto triennale, Una scuola per tutti,
che con precisione ci identifichi e meglio rappresenti la
continuità e non la individualità di gestione annuale, per
meglio realizzare qualcosa di particolarmente visibile non
solo nella collettività italiana ma anche in quella
europea. E tutto ciò è stato avallato dal consenso alla
mia relazione programmatica della Convention di Roma.
E nella logica di una maggiore
visibilità partirà nelle prossime settimane un progetto
distrettuale che ci vedrà impegnati nell’acquisizione e
nella diffusione di biglietti augurali natalizi. Migliaia
di biglietti augurali, con il nostro logo e con
l’indicazione di chi siamo, potrebbe essere una prima
significativa presenza sul territorio per diffondere non
solo il nostro logo ed il suo significato (al servizio
della comunità e dei bambini), ma la prova del nostro
reale impegno nel settore del service. Tutto il ricavato
di questa operazione infatti è destinata al service,
presente e futuro.
Care amiche, cari amici, pur in presenza di
risorse finanziare, il cui valore è pari al 40% del valore
che le quote offrivano solo sei anni fa e che l’assemblea
dei delegati nell’ultima convention straordinaria di
Cosenza ha ridotto di ulteriori 22.000 euro, ci accingiamo
ad avviare il nostro progetto ricordando che i progetti
sono realizzabili con il concorso di tutti i soci ed in
primis con l’impegno dei presidenti e dei luogotenenti che
operano nelle singole realtà locali. Senza il vostro e
loro contributo ogni progetto viene a vanificarsi ed
nostro sogno, quello di vedere un Kiwanis rinnovato e
presente nella realtà italiana ed europea potrebbe essere
vanificato. E’ in ognuno di noi ed in quello che
realizziamo in favore dell’infanzia, il seme del successo
ed il compimento del sogno kiwaniano: serving the
children of the world.
Il motto, bonum diffusivum sui,
il bene si diffonde da solo, non vuole essere
semplicemente il motto che tradizionalmente il governatore
sceglie per sé e per il suo anno di servizio. Il motto,
che si riferisce alla natura del bene, alla sua capacità
di diffondersi da solo per il fatto stesso di essere
qualcosa di positivo, vuole essere il motto di ognuno di
noi, delle nostre singole azioni. Se ognuno di noi opera
nel bene, e noi siamo volontari del bene, portatori di
valori positivi di cultura e di umanità, , ebbene se sarà
così, il bene che faremo, lo sforzo e i sacrifici per
operare nel bene e per il bene dell’infanzia, si
diffonderà da solo, e, senza volerlo o cercarlo, avremo
quei riconoscimenti e quella visibilità di cui spesso
parliamo e che auspichiamo, ma che altrettanto spesso non
vediamo.
A noi dunque il compito di realizzare il
grande sogno kiwaniano, quello di servire i bambini del
mondo.
Rino Ussia
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IL KIWANIS
dal
1915
al servizio delle
comunità e dei bambini
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DISTRETTO
ITALIA - SAN MARINO Via G. da Empoli,33 - 0154 ROMA |
Tel. 06 5755759 Fax 06 5743035 |
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