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COMUNICAZIONI DAL DISTRETTO

Dal  Responsabile per la Divulgazione del
Progetto "I giovani e l'alimentazione"
(Area Sicilia)

Carmelo Portelli

Si invitano i sigg. luogotenenti della Sicilia a far conoscere ai Presidenti dei club il progetto di lavoro relativo a "La dieta mediterranea e le "devianze" alimentari nei bambini e nei giovani" al fine di  organizzare, a livello di club e soprattutto a livello
divisionale, nel mese di marzo, attività con questa tematica.
Per qualsiasi informazione si prega di contattarmi.
 

La dieta mediterranea e le “devianze” alimentari nei bambini e nei giovani

 

 

La Dieta Mediterranea è riconosciuta universalmente come alimentazione sana e corretta al punto da poter rappresentare un antidoto all’obesità. Al contrario, si riscontra sempre più frequentemente una alimentazione scorretta, specialmente nei giovani, che consumano sempre meno frutta e verdura (lo scorso anno si è avuto un calo del 7,5% negli acquisti domestici di ortofrutticoli), prediligendo cibi ricchi di grassi idrogenati, ipercalorici e bibite zuccherate. Tutto questo accompagnato da poco movimento, dal fumo e dall’abuso di alcool e di droghe cosiddette leggere. Questa moderna abitudine di vita porta alla crescita delle malattie cardio-vascolari, dei tumori, del diabete, dell’obesità, di disturbi riproduttivi e sessuali. E’ ormai scientificamente provato e riconosciuto che chi segue la dieta mediterranea vive più a lungo perché si ammala meno. Secondo i dati dell’Unione Europea le malattie correlate direttamente all’obesità rappresentano ben il 7% dei costi sanitari.

Bisogna, quindi, sensibilizzare i bambini, i giovani sui benefici che una corretta dieta può avere sulla loro salute da adulti, tenendo anche presente che un terzo dei ragazzi italiani è obeso. Una dieta equilibrata a base di pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine di oliva ed il tradizionale bicchiere di vino rosso hanno consentito agli anziani italiani di conquistare il record di longevità, che però oggi è a rischio per il progressivo abbandono delle buone abitudini soprattutto da parte delle nuove generazioni.

La dieta mediterranea è “parte dell'identità storica e culturale del Mediterraneo, non è solo un modo di nutrirsi, ma è espressione di un intero sistema culturale, improntato, oltre che alla salubrità, alla qualità degli alimenti e alla loro distintività territoriale, a una tradizione millenaria che si tramanda di generazione in generazione”. Per queste motivazioni La dieta mediterranea potrebbe diventare patrimonio dell'Unesco.

I disturbi alimentari  nei giovani non riguardano, però, purtroppo solo l’obesità, ma anche altri problemi opposti e forse ancora più gravi e coinvolgenti, come l’anoressia nervosa e la bulimia. Sono 2 milioni i giovani italiani, in età compresa tra i 12 e i 25 anni, soprattutto ma non solo ragazze, che hanno disturbi del comportamento alimentare, quali appunto l’anoressia e la bulimia. I soggetti anoressici hanno paura di ingrassare, anche in evidente stato di sottopeso, per cui rifiutano di nutrirsi. Le prime avvisaglie, in genere, insorgono in età infantile e adolescenziale, anche se vi sono casi anche in età adulta. La bulimia è caratterizzata da abbuffate seguite da vomito auto-indotto ed è una patologia in netto aumento ed anche questa colpisce prevalentemente la fascia giovanile. Questi disturbi, che stanno diventando sempre più una emergenza sociale oltre che sanitaria, dovrebbero essere affrontati più efficacemente a livello preventivo a partire dall’ambiente in cui i giovani vivono.

Secondo l’Istituto Nazionale della Sanità, i giovani in età prepuberale tendono non solo ad esagerare nel controllo del peso, ma ad associarvi abuso di alcool e di droghe cosiddette leggere. Pare evidente che i disturbi del comportamento alimentare costituiscono oggi un vero e proprio problema sociale, che non sembra in questo momento trovare un argine alla sua crescita esponenziale. Per ogni 100 ragazze in età adolescenziale 10 soffrono di qualche disturbo collegato all’alimentazione. I disturbi alimentari sono la malattia della nostra epoca, connessi all’eccessiva importanza che viene data all’immagine corporea, all’ossessione per l’apparire. L’attenzione estrema all’immagine corporea, il culto della magrezza non sono però la causa dei disturbi alimentari, ma piuttosto suggeriscono la strada attraverso la quale un malessere più profondo, grave, strutturale si esprime e cerca una sua soluzione. I disturbi alimentari sono in pratica espressione di un malessere

sociale profondo e di un disagio dei giovani che non trovano più i riferimenti familiari e sociali adeguati.

 

Appare evidente da queste premesse l’importanza di un aiuto alle nuove generazioni su come confrontarsi con il cibo sia in caso di obesità sia in caso di disturbi alimentari come anoressia e bulimia.

 

L’obiettivo che la Consulta si è prefisso è quello di fornire una corretta informazione, fare opera di sensibilizzazione e di prevenzione, promuovere l’educazione alimentare e la cultura dell’equilibrio tra alimentazione e attività motoria.

Nell’anno sociale appena trascorso sono state gettate le basi per questo progetto educativo.

Alcune socie, componenti della Consulta, hanno anche già lavorato attivamente e proficuamente in questa direzione promuovendo conferenze e/o incontri, tra l’altro molto partecipati, a livello scolastico.

Il progetto è stato presentato a Bergamo a fine marzo al Comitato Europeo Crescita Donne ed ha riscosso consensi tali da farlo includere tra i propri progetti.

 

 

Il progetto di lavoro per questo anno sociale è il seguente:

 

- realizzazione di un depliant e/o un CD (il CD è più economico, il depliant è più immediato) che verrà distribuito a tutti i Club per la divulgazione nelle scuole, farmacie, enti pubblici, etc.

- organizzazione a livello di ciascuna Divisione da parte del Chairperson Donne di Divisione, coadiuvata dalle componenti della Consulta, dalle altre socie e dai soci, di una manifestazione pubblica sulla corretta alimentazione e sui disturbi alimentari, rivolta ai giovani e a tutta la cittadinanza, e non solo ai kiwaniani, da realizzare con il coinvolgimento di dietisti, gastroenterologi, psichiatri infantili, sociologi, andrologi e ginecologi. Tali iniziative dovranno coinvolgere il mondo scolastico ed essere pubblicizzate in maniera opportuna per essere più efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo.

- proseguimento a livello di singolo Club di iniziative mirate su queste tematiche (conviviali con relatore, incontri nelle scuole, convegni, comunicati, etc.).

- partecipazione ai progetti europei.

 

 

 

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