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La scorsa settimana è stata agitata da un vero e proprio terremoto per la rete italiana: il data center di Aruba di Arezzo, ad oggi il data center che ospita la maggior parte dei servizi dei brand appartenenti al gruppo Aruba (comprese quindi le sue acquisizioni di questi anni, da TOL a Natan, ndr) ha subito un principio di incendio alle batterie degli UPS, collocate in una sala al piano inferiore della struttura del data center Aruba e separate fisicamente dalle sale dati, che sono rispettivamente ospitate al piano inferiore e ai piani superiori del data center, dove risiede anche il NOC della struttura. 

In queste ore si continuano a leggere commenti e articoli davvero "senza senso" che non hanno alcun obiettivo se non quello di screditare il settore italiano del webhosting e la stessa rete italiana, per un incidente che capita con molta frequenza in tutti i data center del mondo. 

Nel 90% dei casi i data center subiscono problemi proprio per via dell'alimentazione e di incidenti legati alle sale che forniscono energia elettrica.

Aruba ha portato nuovamente online i data center nella giornata dell'incidente, riattivando tutte le 3 sale dedicate ad ospitare i server dei

clienti. 

Il data center di Aruba ospita milioni di clienti, dal semplice nome a dominio, fino ad alcune compagnie italiane ed estere che hanno affidato ad Aruba la colocation dei propri server (anche per importanti servizi): nel momento in cui il data center è stato spento tutti questi servizi sono andati offline, intorno alle 4.30 di notte. Chi ha un sistema di monitoring si è accorto subito dell'accaduto, mentre per il resto dei clienti la notifica è stata la mattina, quando hanno cercato di accedere ai siti web e alla posta elettronica. 

Aruba è il più grande operatore italiano del settore webhosting, e per questo motivo il downtime per oltre 10 ore ha avuto un grande impatto sulla rete italiana, bloccando migliaia di portali (da testate giornalistiche fino ad aziende che offrono servizi online) e causando una scia di lamentele che da tempo non si vedeva nella rete italiana.
 

Come per ogni downtime di grande importanza, anche in questo caso la posta elettronica è stata il primo pensiero di tutti i clienti di Aruba: migliaia di uffici e attività online hanno la propria posta ospitata sui server Aruba e per ore, in un giorno lavorativo, sono stati costretti a non utilizzarla, non potendo ricevere nè inviare email. 

La posta elettronica è un servizio critico per gli utenti, i provider di servizi webhosting conoscono bene questo aspetto, ma è anche chiaro che nei casi in cui la sua ricezione sia critica questa deve essere ospitata con una soluzione diversa dal semplice piano webhosting da meno di 100 Euro annuali, in quanto esistono servizi appositi che non solo offrono ridondanza per la posta elettronica, ma hanno delle penali specifiche per chi utilizza la posta elettronica in maniera critica, e non può permettersi nemmeno pochi minuti di downtime. 

Molti clienti di Aruba hanno chiesto in rete perchè la compagnia abbia impiegato qualche ora per tornare online, pensando ad una perdita di dati. In realtà la spiegazione primaria è che la struttura è stata evacquata per garantire la sicurezza dei dipendenti, e quindi nessuno ha avuto immediato accesso alle sale server e al NOC per capire come ripristinare l'infrastruttura. L'intervento dei vigili del fuoco ha inoltre messo in sicurezza la zona, estinguendo l'incendio, e solo dopo questo intervento la compagnia ha potuto rientrare nell'edifizio e mettere al lavoro i tecnici per il ripristino dei servizi. 

Il data center di Arezzo è composto da più sale server, ognuna ospita un determinato numero di server, sia per clienti in shared hosting sia per quelli in colocation o con server dedicati. Lo spegnimento improvviso è quasi sempre traumatico per i server, perchè l'assenza di energia improvvisa può causare alcuni problemi ad esempio nelle scritture su database, lasciando delle tabelle corrotte. Lo staff di Aruba ha quindi proceduto, con tutta probabilità, ad una diagnosi rapida dei server prima di riportartli online, procedendo poi con controlli più accurati sui dischi e sullo stato dei sistemi: può accadere ad esempio che alcuni server presentino errori al riavvio e richiedano quindi intervento umano. 

Non si è verificata alcuna perdita di dati all'interno del data center, compresa la posta elettronica, che come vedremo nel prossimo paragrafo, non è andata persa. 

Molti clienti di Aruba si sono subito preoccupati per la perdita delle email inviate ai loro indirizzi nella fascia di tempo in cui il data center era offline. Bisogna chiarire subito che tutte le email inviate verso indirizzi risiedenti sui server Aruba sono poi state consegnate correttamente, questo perchè il protocollo SMTP prevede un rinvio costante delle email in uscita fino a che il server destinatario non risulta disponibile e risponde accettando la email. 

I clienti che hanno quindi pensato di aver perso la loro comunicazione non devono preoccuparsi: i messaggi potrebbero essere stati recuperati anche alcune ore dopo il ritorno online dell'intero data center, ma non sono andati in alcun modo persi. 

 

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