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DISTRETTO  ITALIA - SAN MARINO

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ANNO SOCIALE 2006-2007                 "bonum diffusivum sui"

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LGT.GOV.
Raffaele Berardinelli
CLUB
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XII Divisione

 

Kiwanis Club Ancona Nord

Cari amici Kiwaniani,
vi presento in anteprima la locandina dello spettacolo teatrale organizzato per il giorno del 1° aprile p.v.
Tale evento coincide anche con la giornata di studi kiwaniani prevista presso la sede dell'Hotel Federico II° in Jesi, sede del nostro Club.
Tra gli eventi previsti per gli accompagnatori (e i soci interessati a partire dalle ore 17,00) includiamo anche questo evento per il quale occorrerà per altro avere una immediata prenotazione al fine di garantire l'ingresso al Teatro comunale di Chiaravalle (che dista appena 10 chilometri da Jesi).


Un cordiale saluto a tutti.
Mirco Chiodi

Presidente Kiwanis Club Ancona Nord
Piazza Mazzini, 17 - 60033 Chiaravalle (AN)
tel. 071.744538 - fax. 071.742986
e-mail mircochiodi@libero.it

 

 

Kiwanis Club Ancona Nord

 

 

 

Kiwanis Club Fermo

 

Il Club di Fermo organizza per sabato 24 p.v. presso il Ristorante La Cascina di Porto San Giorgio- Via S.Nicola n.13 una conviviale nel corso della quale verrà proposto un argomento tematico culturale che trae spunto dalla presentazione di libri di poesie dal titolo CALEIDOSCOPIO e CANTIERE della D.ssa Anna Maria Daina, Neuropsichiatra.

Dopo una breve presentazione a cura del Dr.Giovanni Zamponi, la ns.Ospite declamerà alcune poesie della raccolta, intervallandole con intermezzi musicali di Francesca Caputo (Violino) e Lorenzo Vastaroli (Chitarra).

Seguirà una Cena-Buffet

Si raccomanda di confermare la presenza entro Giovedì 22 a:

-Armando Muccichini-073453123-3383566222
-Giancarlo Mancusi-3338473550
-Massimo Tappatà-3355904488



Cordiali saluti

Giancarlo Mancusi - Presidente Club di Fermo

 

 

Kiwanis Club Ancona Nord

PROGRAMMA

Domenica 18 marzo:

ore 7.00 ritrovo dei partecipanti sul piazzale antistante l’Hotel Federico II° a Jesi e partenza con pullman GT per Todi. Durante il tragitto sosta facoltativa. Arrivo a Todi incontro con il Dott. Maurizio Del Sadio per una visita panoramica della città. Alle ore 13.00 pranzo in ristorante, quindi, alle 16.00 incontro con la guida per la visita guidata alla mostra: “Jacopone da Todi e l’arte in Umbria nel duecento”. Dopo la visita, della durata di circa 90 minuti, tempo a disposizione per attività individuali. Alle ore 19.00 ritrovo dei partecipanti al pullman e partenza per Jesi. Arrivo e fine dei servizi. 

Breve presentazione  

Con questa mostra si vuole presentare la figura di Iacopone da Todi  ripercorrendo l’esperienza umana e spirituale del frate poeta sulla base delle fonti storico-documentarie, agiografiche, letterarie e iconografiche esistenti; approfondendo il suggestivo dialogo tra la sua produzione poetica e l’arte figurativa umbra del Duecento.

Iacopo Benedetti da Todi, detto Iacopone (ca. 1230-1306), è una delle figure più affascinanti del francescanesimo delle origini e certo uno dei più grandi poeti della letteratura italiana di sempre. La notorietà storica del personaggio è legata agli ultimi anni della sua vita, il suo nome appare nel cosiddetto manifesto di Lunghezza (10 maggio 1297), col quale i cardinali Colonna, appoggiando le rivendicazioni degli Spirituali, denunciano l’illegittimità del papato di Bonifacio VIII. Iacopone è fra i testimoni ufficiali e subirà la reazione papale: scomunica, assedio di Palestrina, carcere perpetuo (1298), da cui uscì solo alla morte di Bonifacio (1303). Gli ultimi anni della vita di Iacopone sono i più noti, documentati anche da alcune sue laude.  

La ricostruzione agiografica, della vita di Jacopone, tende a sostituirsi alla sua reale biografia.  Ma la vera importanza di Iacopone consiste nella sua opera, in primo luogo poetica. Tenuto ai margini della religiosità “ufficiale” e mai assurto agli onori degli altari, per la sua vicinanza al movimento radicale del francescanesimo tardoduecentesco, Iacopone è penetrato con la

forza della sua poesia fino a costituire per secoli un punto di riferimento della religiosità italiana.

Non moltissime sono invece le immagini che testimoniano la fortuna iconografica di Iacopone. La storia della rappresentazione figurativa del poeta è costellata di ombre (proiettate dalla scomunica subita) e di luci (legate al recupero della sua santità operato dall’Osservanza francescana).

L’altra linea di ricerca, sviluppata nella seconda sezione, cerca di individuare possibili citazioni di opere di arte nella poesia di Iacopone e il grado di figuratività del suo immaginario poetico. E’ stata anche indagata l’influenza che Iacopone ha avuto sull’arte del suo tempo; ricerca sottile e difficile perché le tematiche più care al poeta, come quella della Passione di Cristo, tipicamente francescana, sono diffusissime nell’arte europea del XIII e XIV secolo. Iacopone si trova, insomma, in compagnia di una schiera di personaggi e movimenti che fanno della Passione di Cristo l’oggetto dominante della loro meditazione divulgata attraverso le sacre rappresentazioni e l’arte.

Queste osservazioni ci hanno portato a considerare l’iconografia, ossia i temi figurativi che nell’ambito della pittura umbra del Duecento più rispondono al mondo ideale e devozionale di Iacopone, a prescindere dal fatto che egli abbia potuto vedere le opere ed esserne quindi stato ispirato, o che la sua poesia possa aver influenzato la produzione figurativa.

La vitalità del secolo di Iacopone in Umbria è poi indagata in questo catalogo attraverso il fitto tessuto di linguaggi e influenze che hanno plasmato la cultura artistica del Duecento nella regione. Sarà facile osservare nelle opere d’arte umbre del XIII secolo quei valori formali che le rendono così coincidenti con la violenza e a volte il grottesco del linguaggio di Iacopone. Coerenza di atteggiamenti e di linguaggio che formano l’identità specifica all’interno delle altre scuole italiane di quella umbra.

Jacopone, sia pure ostile alla società del suo tempo, di questa fu cantore e interprete, esasperandone la riflessione sul tema della morte e della vanità umana. Un tempo, quello di Iacopone, che aveva anche l’angoscia di perdere con la morte non solo la propria anima ma anche quella vita che nel Duecento si esprimeva, specie nell’Italia centrale, con una forza che somigliava ad una rinascita.

 

Le foto della gita a Todi

 

 

 

Kiwanis Club Foligno

Kiwanis Club Foligno

 

Caminetto

Il Prof. Fabio Bettoni Ospite d’Onore al Caminetto del Kiwanis Club Foligno
Mercoledì 14 marzo nella sala Clitunno dell’Hotel della Torre, si è tenuto un “caminetto”, organizzato dal Kiwanis Club Foligno, sul tema “A che serve la storia?!”.
Ospite d’onore il Prof. Fabio Bettoni, docente di Storia dei Sistemi Economici presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Sudi di Perugia.
“Un filosofo si pose il problema di quanto fosse utile o dannosa la storia per la vita. Occorre uscire dalla strettoia; la storia è né utile, né dannosa”, ha osservato il Prof. Bettoni. “Se con il termine storia ci riferiamo al farsi dell’umanità, nel tempo e nello spazio, tutto è storicizzabile (in questi giorni abbiamo visto tante retrospettive: i trent’anni della linea Armani, il Festival di Sanremo… e chi più ne ha, da commemorare, più ne metta!). Se con il termine storia intendiamo l’indagine scientifica sulle fonti e sui documenti, il discorso storico, la narrazione, la illustrazione e la spiegazione di eventi, temi, questioni inerenti al farsi dell’umanità entriamo nel campo della storiografia. La storiografia, come pratica dell’analisi storica e del discorso storico, costituisce l’ambito nel quale è doveroso domandarsi: “A che cosa serve la storia?!” E le risposte sarebbero molteplici. Ognuno di noi avrebbe in merito la sua risposta.”
E il Prof. Bettoni ha fornito le sue all’attenta platea di kiwaniani, lanciando anche alcune provocazioni:
- la storia serve agli storici per campare, è un mestiere;
- la storia non è maestra di vita, altrimenti il mondo percorrerebbe strade diverse da quelle attuali;
- i modelli storici non rispondono mai alla realtà effettuale: il mestiere dello storico è, come tutti i mestieri, parziale di per sé.
Il Prof. Bettoni ha poi tratteggiato un efficace excursus storico, iniziando da Erodoto per arrivare a Hegel e alla sua “Lezione sulla filosofia della storia universale”, ultimo tentativo di sistematizzazione di una storia universale. Per Hegel l’essenza della storia universale è l’individuazione della razionalità nella storia. Ma la razionalità è filtrata dallo storico, il quale inevitabilmente fa delle scelte.


Altra provocazione: il primo che rompe con il “vezzo” della storia universale è Marx, per il quale l’elemento chiave da mettere a fuoco diviene la struttura economica delle società, l’evoluzione sistemica dei modi di produzione.
Gli storici francesi hanno invece introdotto la problematica del rapporto tra avvenimenti e sistemi (la storia deve essere storia di fatti e di eventi o storia di strutture?).
La storiografia ha, dagli inizi dell’ottocento ad oggi, oscillato tra i due filoni fondamentali: quello marxiano e quello hegeliano, quello della ricerca di un universale e quello della ricerca di una successione sistemica.
Una sintesi tra Hegel e Marx è stata operata da Braudel, il cui nome è soprattutto legato alla proposta di una storiografia resa in grado d’indagare i “processi di lunga durata”, svincolata dai rigidi criteri di ricerca della tradizionale indagine storica di tipo evenemenziale. “Il tempo è come l’oceano”, ha dichiarato una volta lo storico francese: in superficie scorrono i fatti che caratterizzano lo sfuggente moto ondoso della cronaca; in profondità sfilano le correnti responsabili degli equilibri di “lunga durata”.
Il Prof. Bettoni ha trattato anche il tema della mistificazione della storia, indotta dal potere o dalla interpretazione data per motivi ideologici. L’obiettività della storia non è possibile: le fonti sono frutto di una selezione, data dal tempo e fatta dai poteri, che lasciano determinate tracce piuttosto che altre. Altro grande tema è quello dei rapporti tra storia e politica. Fino a che non si esce dall’assolutismo, è la politica che fa la storia; poi c’è la fase del parlamentarismo, fino a quando non irrompe sulla scena il movimento operaio, che gestisce la sua storia politicamente.
Nel corso del suo brillante intervento, il Prof. Bettoni ha anche ricordato alcuni personaggi illustri della storia di Foligno, come Ludovico Jacobilli, autore delle “Cronache della Città di Foligno”(il quale citava sempre le fonti, che sono state tutte ritrovate), Francesco Innamorati e Francesco Fazi, del quale sta scrivendo una biografia.
Alla dotta disquisizione è seguito un vivace dibattito, a dimostrazione dell’interesse suscitato nei numerosi soci ed ospiti del Kiwanis Club Foligno intervenuti al “caminetto”.
Ricordiamo che i “caminetti” del Kiwanis Club Foligno sono incontri conviviali, luoghi dove ospiti importanti, personalità del mondo della cultura, dell’arte, delle scienze, della politica, ecc., raccontano le loro esperienze, esprimono le loro riflessioni e le loro idee, le loro opinioni, i loro punti di vista, il loro giudizio critico in merito ai più svariati argomenti, con il proposito di contribuire all’arricchimento e all’aggiornamento culturale degli ascoltatori.
Il Kiwanis Club Foligno ringrazia il Prof. Bettoni per il suo contributo di grande spessore culturale.
Francesca Rossi

 

 

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