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Anno Sociale 2007/08

Governatore

Dott. Sandro Cùzari

 "con gioia a servizio

dei bambini"

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DAL CHAIRMAN

  

OSSERVATORIO INFANZIA  Avv. Andrea Di Francia

 

 

Comunicazione N.3

 

PROTOCOLLO D’INTESA TRA  TELEFONO AZZURRO ONLUS E DIPARTIMENTO PER LA GIUSTIZIA MINORILE


 
L’11 gennaio 2008 è stato stipulato, tra Il Telefono Azzurro Onlus e il Dipartimento per la Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia, un Protocollo d’intesa avente carattere sperimentale, la durata di tre anni rinnovabili, privo di carattere oneroso e fondato sul diritto all’ascolto del minorenne, proclamato dalla Convenzione di New York del 20 novembre 1989, resa esecutiva in Italia con legge n. 176 del 1991.
Il Dipartimento  opera attraverso i Centri per la Giustizia Minorile, presenti su tutto il territorio nazionale, dai quali dipendono i Servizi minorili che svolgono attività di assistenza al minorenne vittima di abuso sessuale, durante tutto l’iter giudiziario, nonché attività di trattamento, recupero e reinserimento nei confronti del minorenne autore di reato.
Con il Protocollo, si conviene, in primo luogo che “le situazioni di disagio riguardanti i minori devono essere affrontate nella misura più ampia possibile, attraverso l’ascolto e la valutazione delle esigenze del minorenne coinvolto come autore o come vittima nel circuito penale o in forme di violenza e soprusi e con l’avvio di iniziative innovative di informazione e sensibilizzazione volte a facilitare azioni di prevenzione primaria, secondaria e terziaria e di recupero e reinserimento sociale del minore”.
Le Parti si sono, perciò, impegnate a “diffondere una cultura di tutela rafforzata a favore dei minorenni che vivono in situazioni di rischio che possano indurli alla commissione di reati o facilitarne la reiterazione”.
In particolare, Telefono Azzurro si è impegnato a fornire “al minorenne che esprime disagio” ed alla sua famiglia “un’accoglienza volta a stabilire un rapporto di fiducia e un sostegno di carattere psicologico, nonché ad attivare la rete dei servizi di pubblica utilità, le strutture sanitarie, socio-assistenziali, di pubblica sicurezza e/o giudiziarie competenti a livello locale per lo specifico settore di intervento, individuando le figure professionali di riferimento per ogni singolo caso trattato”.
Dal canto suo, il Dipartimento per la Giustizia minorile si è impegnato a collaborare con Telefono Azzurro: a) “per iniziative di specifica competenza volte a diffondere la cultura dell’accoglienza, della tutela e della legalità”; b)  attraverso i Servizi minorili, ad entrare in contatto con i minorenni abusanti o abusati, per informare gli stessi e le loro famiglie della possibilità di trovare ascolto e supporto presso i Servizi di Telefono Azzurro; c) per costruire una rete di supporto che offra assistenza al minore.
La realizzazione di tali reciproci impegni è demandata ad un costituendo Gruppo di coordinamento operativo.
E’ da sperare che tutto questo non rimanga soltanto sulla carta e che i diritti dei minorenni ricevano, finalmente, concreta attuazione. Non va dimenticato che la Convenzione di New York del 1989 ha operato una vera e propria rivoluzione copernicana, facendo passare il minorenne dall’area del “superiore” o “preminente” interesse (sempre valutato da altri), all’acquisizione della titolarità di veri e propri diritti soggettivi. I quali, perciò, vanno esercitati e tutelati.
Andrea Di Francia
 

 

Comunicazione N.2

 

I  10 comandamenti del Signor Neonato (*)

 

               

Ogni bambino ha diritto alla vita, alla salute, alla scuola, ad avere una famiglia, a giocare,… ed anche ad essere ascoltato. È comunque fondamentale, fin dai primi anni, educarlo non solo ad aver coscienza dei suoi diritti, ma anche ad assumersi responsabilità, educandolo al rispetto dei valori universali e assoluti che danno fondamento alla persona umana.

Così come vogliamo “una città a misura di bambino” dobbiamo realizzare anche “un mondo a misura di bambino”.

Noi possiamo (dobbiamo!) interpretare i suoi diritti, dare voce al Signor Neonato e fare nostri i dieci comandamenti che lui può darci. Questi sono comandamenti che tutti i genitori possono fare propri.

In realtà non ci sono grandi differenze tra i comandamenti del Signoreddio (dall’alto più alto) e questi “comandamenti” del Signor Neonato (dal basso più basso) … E forse i bambini possono aiutarci a capire meglio i 10 comandamenti divini e a confermare la loro validità. Questi comandamenti valgono per noi nei confronti dei nostri figli, ma anche nei confronti del resto dell’umanità.

1.      Io sono il Signor Neonato, il cittadino più piccolo e più inerme del mondo: nessuno ha più diritti di me. Ascoltatemi!

2.    Non nominare il mio nome senza pensare che io sono il tuo futuro, che io sarò quando tu non sarai, che sarò io a portare avanti le tue idee…

3.    Ricordati di pensare a me ogni giorno, in ogni atto che fai. Comportati come se io ti potessi sempre vedere e giudicare…

4.   Onora i bambini, rispettali e aiutali a crescere e diventare uomini responsabili. Dialoga con loro con autorevolezza e comprensione, sicurezza e serenità: allora ti ubbidiranno.

5.    Non fare loro nessuna violenza, educa la loro naturale aggressività col dialogo, senza reprimerla ma anche senza subirla. Educa alla pace e alla solidarietà.

6.      Non commettere nessun atto che possa deviare la maturazione di una sana sessualità. Aiutali ad esprimere i loro affetti col dialogo. Rendi responsabili gli adolescenti in modo da evitare concepimenti indesiderati.

7.      Non rubare i diritti alla salute, al gioco, all’istruzione di ogni bambino del mondo, del mondo più povero soprattutto. Ogni euro da te sprecato è rubato ad un bambino che sta morendo di fame. Non sporcare il mondo in cui i nostri figli cresceranno e vivranno.

8.      Non imbrogliarli, non dire mai falsità. Soprattutto con i bambini occorre avere il massimo rispetto per la verità e l’onestà, ad ogni costo.

9.      Non desiderare di avere “la roba” degli altri. Le cose di questo mondo non sono nostre, ma dei nostri figli. Nel mercato, nel consumismo dominano purtroppo l’Avere e l’Apparire. Sii sobrio.

10.  Non desiderare di dare a tuo figlio un altro genitore. Sii responsabile nei suoi confronti fin dal momento del concepimento. Tuo figlio ha diritto ad avere una famiglia solida e non confusa. I figli di coppie separate rischiano molto più degli altri di crescere poveri e infelici.

 

Il BAMBINO (e in particolare il NEONATO) è:

 il simbolo unico e concreto del futuro dell’umanità

 l’abbiccì di ogni discorso sull’esistenza umana

l’unità di misura del comportamento di ogni uomo

l’1+1 che precede tutte le altre operazioni della vita

la terza dimensione del mondo (dopo l’uomo e la donna)

l’unico punto fisso su cui si può far leva per sollevare il mondo

il bandolo nascosto della matassa dell’esistenza umana

la persona che, alla nascita, non possiede nessun avere ed è  tutto essere

filo di Arianna nel labirinto della vita

il minimo comun denominatore che ci semplifica i calcoli complessi della vita

il titolare dei massimi diritti ad essere (ad essere bambino)

il vero e autentico protagonista della famiglia

inesperto alpinista che si affida a due guide (patentate e responsabili!)

“l’archetipo di ogni agire responsabile” (Jonas)

il miglior punto di riferimento per la nostra vita

il protagonista del nostro futuro, del futuro del mondo

la “pietra di paragone” del nostro comportamento

materiale esplosivo da maneggiare con cura (non batterlo, non scaldarlo)

come un profeta (ma senza parole) può indicarci la strada che porta all’Essere assoluto.

 

(*) Le pagine che precedono e dei DIECI COMANDAMENTI DEL NEONATO sono tratte dal libro “FARSI BAMBIN” PER CAMBIARE IL MONDO.- Alle radici dell’essere” del prof. dott. DINO PEDROTTI, pediatra neonatologo; già primario del Reparto neonatologia dell’Ospedale santa Chiara di Trento e, attualmente, consulente pediatra dell’Ospedale S. Camillo di Trento.

Il prof. dott. Dino Pedrotti mi ha autorizzato a farne l’uso che voglio, nel senso che mi ha autorizzato a diffonderle agli amici Kiwaniani.

 

Andrea Di Francia

 

Comunicazione N.1

 

Intervento sulla Direttiva n.104, di data 30 novembre 2007 

del Ministero della Pubblica Istruzione, in merito all'uso dei telefonini a scuola.

Tale intervento è stato pubblicato sul Giornale "l''Adige" del 3 dicembre

ed è stato riportato, per intero, nel sito della "Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e la Famiglia", ove si potrà leggere.

 

GIRO DI VITE DEL MINISTRO SULL’USO DEI TELEFONINI A SCUOLA

 

Si sa (o si dovrebbe, ormai, sapere) che il “telefonino” è uno strumento il quale, oltre a consentire di avere il mondo intero a portata di mano (o meglio, di orecchio e di occhio), è strumento di sicuro danno alla salute specialmente dei bambini. Lo ha spiegato molto bene e in più occasioni il dott. Vincenzo Giglio; lo ha dimostrato a chiarissime lettere il prof. William Stewart in esito ad una specifica ricerca promossa dal Governo inglese; lo sancisce il decreto legislativo n. 151 del 2005, attuativo di una Direttiva comunitaria; lo raccomanda il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni che avverte: “nessuna parte del corpo deve trovarsi ad una distanza inferiore a 20 cm. dall’antenna durante il funzionamento” dell’apparecchio. Il telefonino, infatti, può produrre danni biologici specialmente ai bambini, il cui sistema immunitario è troppo debole per sopportare le onde radio.

Oltre che  tutto questo (e non è poco!) il telefonino può diventare strumento di gravissime sanzioni per il minore e, nei casi previsti, per i suoi genitori, per gli insegnanti e per i dirigenti scolastici.

Si sa che l’aberrante e preoccupante fenomeno del bullismo minorile a mezzo telefonino ha assunto ormai una dimensione tale da non essere sottovalutato. E’ di ieri la notizia di una ragazzina che offre le sue foto sexy in cambio di ricariche da 25 euro (cfr. a pag. 5 l’Adige del 30 novembre). Evidentemente, a poco o a nulla sono servite le direttive diramate dal Ministro della Pubblica Istruzione nel 2006 e nel 2007 (quella del marzo 2007 prevedeva, peraltro, anche sanzioni disciplinari e la corresponsabilità dei genitori). Fu così che “tanto tuonò che piovve”! E’ di venerdì 30 novembre 2007, la direttiva n. 104 con la quale il Ministro, dopo sedici “considerato”, dieci “visto” e un “sentito” ha ricordato che l’uso indebito del telefonino a scuola può dar luogo: 1.- a gravissimi reati, quali, ad esempio, quelli di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis del codice penale, punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni); di produzione o utilizzo di materiale pornografico minorile (art. 600 ter del codice penale, punito, nei casi più gravi, con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 25.822 a euro 258.228); della pubblicazione di oscenità (art. 528 del codice penale, punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la  multa non inferiore a 103 euro); 2.- al pagamento di una salatissima sanzione amministrativa  per inosservanza dell’obbligo di preventiva informativa all’interessato (la sanzione va da un minino di 3.000 a un massimo di 18.000 euro, ovvero, nei casi più gravi, da un minimo di 5.000 a un massimo di 30.000 euro) (art. 161 del Codice della privacy); 3.- al risarcimento dei danni cagionati alla vittima.

Il Ministero avverte “che gli studenti, i docenti o altri soggetti della comunità scolastica che vorranno scattare delle fotografie o effettuare registrazioni audeo o video all’interno delle istituzioni scolastiche, con il proprio telefono cellulare o altri dispositivi, e successivamente utilizzare, divulgare, inviare i dati personali acquisiti sono obbligati”: A.- ad “informare la persona interessata circa: le finalità e le modalità del trattamento che si intende effettuare in relazione a tali dati; i diritti di cui è titolare…, quali, ad esempio, il diritto di ottenere la cancellazione o la trasformazione in forma anonima dei dati personali; gli estremi identificativi di colui che usa il telefono cellulare o altri dispositivi per raccogliere dati”;.- B.- ad acquisire il consenso scritto dell’interessato (non basta il consenso verbale). In ogni caso è vietato divulgare i dati sulla salute.

In concorso con lo studente, autore materiale dell’ illecito, possono essere chiamati anche insegnanti, dirigenti scolastici e genitori se non hanno doverosamente ottemperato ai doveri di educazione e di vigilanza loro incombenti a termini delle vigenti disposizioni di legge. E’ del 12 luglio 2007, la sentenza n. 27252, con la quale la Suprema Corte di Cassazione ha ritenuto che possa essere accusato di (e condannato per) pedopornografia (reato previsto e pesantemente punito dall’art. 600 ter del codice penale) anche il minorenne che realizzi la videoripresa a contenuto sessuale e la diffonda. Ed è sempre la Suprema Corte di Cassazione che individua nel genitore esercente la responsabilità familiare, nell’insegnante e nel dirigente scolastico tenuti alla educazione ed alla vigilanza, le posizioni di garanzia a tutela del minore. Come dire: soggetto avvisato (con quel che segue).

Ma se questo concerne il piano della salute fisica ed il piano della responsabilità penale, civile e amministrativa, viene in rilievo, non da ultimo, anche il piano della responsabilità disciplinare. La Direttiva n. 104 fa, infatti, obbligo alle scuole (comprese, ovviamente, quelle trentine, private o pubbliche che siano) di “conformare i propri regolamenti secondo i chiarimenti sopra illustrati individuando, nell’ambito della propria autonomia, le sanzioni più appropriate da irrogare nei confronti degli studenti che violano il diritto alla protezione dei dati personali all’interno delle comunità scolastiche”. E, non manca il richiamo  alla “possibilità da parte delle istituzioni scolastiche autonome, nei propri regolamenti, di inibire, in tutto o in parte, o di sottoporre opportunamente a determinate cautele, l’utilizzo di videotelefonini e di MMS all’interno delle scuole e nelle aule di lezione”. Si può solo aggiungere che ad ogni atto illecito del tipo prima ricordato corrisponde almeno una vittima che va tutelata.

 

Andrea Di Francia

Chairman distrettuale Kiwanis Osservatorio diritti dell’infanzia

 

 

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